Piana di Gioia Tauro, MH e le associazioni: «Necessarie misure immediate a tutela della salute»
11 marzo 2020
Profonda preoccupazione per i rischi per la salute individuale e collettiva derivanti dalle condizioni di vita all’interno della tendopoli di San Ferdinando e degli altri insediamenti precari presenti nella Piana in tempi di coronavirus
Il programma migranti e rifugiati della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), Mediterranean Hope, insieme alle associazioni Medici per i diritti umani (Medu), Sanità di Frontiera e Csc Nuvola Rossa e Co.S.Mi. (Comitato solidarietà migranti) che forniscono assistenza sanitaria, legale e sociale alle persone che vivono presso gli insediamenti informali della Piana di Gioia Tauro esprimono «profonda preoccupazione per i rischi per la salute individuale e collettiva derivanti dalle condizioni di vita all’interno della tendopoli di San Ferdinando e degli altri insediamenti precari presenti nella Piana. Chiediamo pertanto che il problema del contenimento del contagio nei luoghi di vita dei braccianti venga affrontato dalle istituzioni con urgenza e con provvedimenti che possano garantire l’efficacia delle misure di quarantena, nonché meccanismi di early warning immediato.
Date le condizioni strutturali e igienico-sanitarie dei luoghi di dimora dei migranti, per lo più lavoratori impiegati in agricoltura, nel caso in cui si presentasse un caso di positività al SARS-CoV-2, la propagazione potrebbe avvenire in modo rapido e difficilmente controllabile. A tal proposito, si ricorda che i braccianti si trovano a convivere in gran numero in spazi angusti, privi di validi sistemi di riscaldamento e di areazione, condizioni queste che favoriscono la propagazione di eventi epidemici di qualsiasi natura e ancor più di un virus dall’estrema adattabilità e capacità replicativa quale il SARS-CoV-2. La carenza di acqua corrente ed elettricità riscontrate in alcuni insediamenti informali inoltre, impediscono alla popolazione l’adozione delle misure basilari per la prevenzione contagio, prima tra tutte il lavaggio di mani ed abiti. È importante quindi sottolineare che quella degli insediamenti informali rappresenta una popolazione ad alto rischio, in considerazione della precarietà delle condizioni igienico-sanitarie dei luoghi di dimora e delle difficoltà di accesso ai servizi sanitari del territorio, in assenza in molti casi dei requisiti amministrativi per poter accedere al medico di base.
I dati raccolti nel corso di tre mesi di operatività dalla clinica mobile di MEDU evidenziano come un nutrito numero di accessi dei braccianti riguardi casi di flogosi (infiammazioni) delle vie respiratorie. Nella stagione in corso esse rappresentano il 23% nel caso dei pazienti visitati per la prima volta e una percentuale del 22% nel caso di visite successive alla prima, a dimostrazione di come le condizioni abitative favoriscano il protrarsi dei sintomi e il decorso di problemi legati alle malattie respiratorie.
In considerazione di quanto descritto, un contagio da SARS-CoV-2 presso gli insediamenti informali sarebbe difficilmente controllabile e impossibile da gestire da parte del servizio sanitario locale, che peraltro presenta delle gravi e ben note carenze strutturali.
Al fine di prevenire il contagio e di favorire l’implementazione di un efficace piano di contenimento del virus SARS-CoV-2 presso la Tendopoli di San Ferdinando, le associazioni firmatarie di questo comunicato chiedono l’adozione delle seguenti misure:
- In assenza di soluzioni abitative alternative, aumentare il numero di tende, in modo da diminuire la concentrazione di persone presenti in ogni tenda;
- Aumentare il numero di servizi igienici e procedere alla loro pulizia e disinfezione due volte al giorno
- Allestire uno spazio di quarantena dotato di servizi igienici in modo da contenere il contagio
- Allestire all’entrata un dispenser per la disinfezione delle mani
- Allestire un presidio sanitario all’esterno, in modo che del personale medico-infermieristico possa monitorare la situazione sanitaria, effettuare uno screening e intervenire per tempo, procedendo all’eventuale isolamento e quarantena dei casi sospetti o positivi al virus
Per quanto riguarda gli insediamenti informali, si raccomanda di:
- Predisporre soluzioni abitative di emergenza per fornire una dimora alternativa alle persone che vivono negli insediamenti informali
- In assenza di soluzioni abitative adeguate, garantire l’accesso all’acqua potabile in tutti gli insediamenti
- Allestire un dispenser per la disinfezione delle mani, garantendo il rifornimento della soluzione disinfettante
- Predisporre una tenda di emergenza per la quarantena, con servizi igienici annessi.
Riteniamo, inoltre, fondamentale permettere il rinnovo dei documenti di soggiorno presso Questure e Commissioni Territoriali calabresi, in modo da impedire qualsiasi spostamento delle persone che devono recarsi in altre città per il rinnovo dei documenti.
Medici per i diritti umani, Mediterranean Hope, programma migranti e rifugiati della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), Sanità di Frontiera e Csc Nuvola Rossa, Co.S.Mi. (comitato solidarietà migranti) rimangono a disposizione di eventuali indicazioni da parte delle Istituzioni, garantendo la piena collaborazione per affrontare questo momento di emergenza sanitaria».