Gesù Cristo è il Signore di tutti
27 gennaio 2020
Un giorno una parola – commento a Atti degli apostoli 10, 3
Chi ha operato, che ha fatto questo? Colui che fin dal principio ha chiamato le generazioni alla vita. Io, il Signore, sono il primo; io sarò con gli ultimi
Isaia 41, 4
Questa è la parola ch’egli ha diretto ai figli d’Israele, portando il lieto messaggio di pace per mezzo di Gesù Cristo. Egli è il Signore di tutti
Atti degli apostoli 10, 3
Oggi il Lezionario Un giorno una parola ci esorta a meditare sull’universalità della salvezza per grazia, tema che come è noto causò nella chiesa primitiva, vivaci discussioni. Gli apostoli e gli anziani convocarono la nota conferenza di Gerusalemme (Atti 15) per dirimere le controversie sorte nelle comunità e per discutere la questione posta dai giudaizzanti: i pagani, converti al cristianesimo, dovevano circoncidersi e seguire le regole della Torah. Dio, attraverso una visione, invita l’apostolo Pietro ad entrare in casa del centurione romano Cornelio, per annunciare la novità: «Gesù Cristo è il Signore di tutti», davanti a Lui nessun uomo o donna è impuro e la salvezza non è più esclusiva dei figli di Israele ma di chiunque crede in Lui. Le prescrizioni giudaiche come la circoncisione, l’astensione dalle cose contaminate nei sacrifici agli idoli e dal sangue, e il divieto di lavoro nel giorno di riposo dedicato al Signore, erano superate. Erano pure superate le regole sull’impurità che prevedevano l’emarginazione di forestieri e pagani, lebbrosi e prostitute, samaritani e pubblicani e di chiunque veniva in contatto con il sangue. Cristo è il Signore di tutti, dichiara Pietro e quindi gli ebrei cristiani sono invitati ad accogliere i loro nuovi fratelli convertiti senza alcuna riserva. Cornelio credette e fu battezzato e venne accolto nella chiesa; con lui il mondo pagano si aprì all’Evangelo. Gesù “è il Signore di tutti” e, se così è, Egli non è solo il Salvatore del pagano Cornelio ma anche di tutti i Cornelio, pagani, samaritani, pubblicani, lebbrosi, sofferenti del nostro tempo. I grandi imperi che governano il mondo non promuovono l’accoglienza, accogliere è un verbo che non conoscono. I verbi che usano invece sono: ingrandirsi, combattere, vincere, espandersi, imporre la propria influenza. Mentre Dio accoglie e ama tutte le sue creature, l’uomo alza muri e crea frontiere dividendosi dai suoi simili. Avere fede significa praticare l’accoglienza, aiutare i deboli e gli emarginati, questo è il nostro prossimo; ogni essere umano è mia sorella e mio fratello, perché sono stati creati con gli stessi diritti, con la stessa dignità, con la stessa costituzione (spirito, anima e corpo). Cristo Gesù non ha avuto nessun pregiudizio, ha accolto tutti gli esclusi dalla sua società. L’amore di Dio mi costringe ad accettare e aiutare “il diverso da me” che soffre. La nostra fede deve umanizzarsi e divenire universale, occorre superare le barriere raziali, religiose, e sociali perché Gesù è veramente il Signore e Salvatore di tutti.