Correre per non dimenticare
14 gennaio 2020
Domenica 26 torna per il quarto anno consecutivo la Corsa per la Memoria promossa dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
Domenica 26, per il quarto anno consecutivo, torna la Run for Mem, Corsa per la Memoria promossa dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane nell’ambito delle attività previste per il Giorno della Memoria, quest’anno realizzata in collaborazione con la Comunità Ebraica della città di Livorno («la piccola Venezia toscana»). L’evento sportivo non competitivo è stato ideato per ricordare i drammatici eventi della Shoah, della seconda guerra mondiale e, soprattutto, per promuovere un messaggio di speranza, che passa anche attraverso lo sport.
Alla corsa è possibile partecipare iscrivendosi gratuitamente sul sito dell’Ucei. La partenza è prevista alle 10 da Piazza Benamozegh (di fronte alla Sinagoga) e prevede un percorso di circa 7 km.
Testimonial d’eccezione sarà anche quest’anno Shaul Ladany, podista olimpionico israeliano dalla storia straordinaria oggi 83enne. Ladany, infatti, è sopravvissuto al campo nazista di Bergen Belsen e all’attentato terroristico che provocò nel 1972 la morte di 11 atleti israeliani, di 5 attentatori e di un poliziotto tedesco alle Olimpiadi di Monaco.
Vicenda che ben ricordano altri due testimonial della Run for Mem 2020: Rolando Rigoli e Mario Aldo Montano, schermidori e oro olimpico proprio in quelle Olimpiadi alle quali parteciparono gareggiando nella squadra italiana. Testimonial della corsa sarà anche l’ostacolista italiano Fabrizio Mori, campione mondiale nei 400 metri a ostacoli a Siviglia nel 1999.
Gli atleti e i partecipanti passeranno dunque per Piazza della Vittoria (di fronte al monumento ai caduti della prima guerra mondiale), in Via Micali (dove ha sede il museo ebraico e dove, dopo le leggi del ’38, fu istituita una piccola scuola nella quale confluirono gli alunni ebrei), attraverso Viale della Libertà (di fronte alla stele che ricorda i partigiani e i perseguitati antifascisti). La corsa terminerà in Piazza del Municipio, per evidenziare l’unità esistente tra la città di Livorno e la sua comunità ebraica. In occasione di alcune soste e tappe sono stati previsti degli eventi di commemorazione.
«Perché per la quarta volta l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane propone un momento attraverso il quale ricordare la memoria della Shoah partecipando a una corsa sportiva non competitiva?» scrivono i promotori ponendo questa domanda sul sito dell’Ucei.
«Perché lo sport - sottolineano - ha la capacità di evidenziare l’umanità, superando le distinzioni di religione, di credo, di cultura e di genere favorendo l’incontro con l’altro; un momento importante per oltrepassare confini e barriere. L’idea è di affermare la vita che continua nonostante tutti i tentativi perpetrati nel corso dei secoli di sterminare gli Ebrei, cosi come avvenuto con altre popolazioni, attraverso genocidi e massacri. La vita continua e la forza di vivere (a volte di sopravvivere) dev’essere trasmessa con convinzione e con il coraggio di raccontare quanto accaduto, affinché non si ripeta mai più. Lo faremo con la partecipazione di tutta la cittadinanza, attraverso un percorso nel quale incroceremo la storia; correndo assieme trasmetteremo questo forte messaggio di vita».
Il 27 gennaio 1945 i soldati dell’Armata Rossa abbattevano i cancelli di Auschwitz e liberavano i prigionieri sopravvissuti allo sterminio del campo nazista. Le truppe liberatrici, entrando nel campo di Auschwitz-Birkenau, scoprirono e svelarono al mondo intero il più atroce orrore della storia dell'umanità: la Shoah. Dalla fine degli anni ’30 al 1945 in Europa furono deportati e uccisi circa sei milioni di ebrei.
Con una legge del 20 luglio 2000, la Repubblica italiana ha istituito il Giorno della Memoria e nel primo articolo riconosce il 27 gennaio come data simbolica per ricordare la Shoah, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, e di tutti gli italiani che come gli ebrei hanno subìto persecuzioni, deportazione, prigionia, morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, e a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.