Ci ha lasciati il pastore Sergio Ribet
07 gennaio 2020
Attività pubblicistica e direzione di Agape negli anni del suo ministero
Nella notte tra lunedì 6 e martedì 7 gennaio è mancato a San Germano Chisone il pastore Sergio Ribet: a fine gennaio avrebbe compiuto 76 anni.
Consacrato nel 1971, le principali tappe del suo ministero pastorale lo vedono in Sicilia, a Pachino, e poi, fino alla fine del decennio nella chiesa valdese di Torino. Intanto era stato il secondo segretario della Federazione giovanile evangelica italiana (Fgei), nata nel 1969). Sono anni di grande impegno anche nella vita politica, culturale ed ecumenica della città: sono parte costitutiva di questa attività gli incontri con il cattolicesimo del dissenso e le Comunità di base, la redazione torinese del periodico Com – Nuovi tempi, il lavoro con i giovani.
A quell’epoca risale anche un suo importante volume, Il nodo del conflitto libanese tra resistenza palestinese e destra maronita (Claudiana, 1977), uno dei primissimi testi pubblicati in Italia sull’argomento.
Le tappe successive del suo ministero lo portano in val Pellice a Rorà (1981-1986): un periodo in cui Ribet è anche attivo nella redazione del settimanale L’Eco delle valli valdesi – La luce, che veniva stampato a Torre Pellice. A questo periodo risale anche il primo viaggio nelle chiese e opere del Rio de la Plata. Con l’estate del 1986 gli anni della direzione di Agape, gli anni dell’ampliamento del caseggiato centrale e del rinnovamento della cucina.
Le successive tappe lo portano a Pomaretto (comprendendo in quegli anni anche uno scambio pastorale in Uruguay con il pastore Cabrera), ma anche a essere eletto nella Tavola valdese nella prima metà degli anni ‘90. L’ultima sede pastorale, invece, sarà la chiesa metodista di Bologna, per entrare in emeritazione nel 2011.
La sua presenza nel Pinerolese lo ha portato anche, fra l’altro, a occuparsi di impegno nella società civile, e precisamente nel campo della domiciliarità nella cura delle persone, collaborando con l’associazione “La Bottega del possibile” (Torre Pellice).
Foto di Pietro Romeo