Società Biblica in Italia. Largo accesso alla Sacra Scrittura
19 dicembre 2019
Siamo un Paese pieno di chiese, musei, pinacoteche, di una storia letteraria, artistica e musicale che rimanda alla Bibbia, eppure la conosciamo poco
Tratto da Notizie Avventiste
La questione della traduzione e della diffusione della Bibbia è il centro dell’attività della nostra Società Biblica in Italia. Comporta una particolare attenzione interconfessionale ed ecumenica.
Storicamente, la prima traduzione italiana a stampa della Bibbia, antecedente alle divisioni del Cinquecento tra cattolici e protestanti, fu fatta sulla traduzione latina, opera del monaco Niccolò Malermi (1471).
Sia per i cattolici che per i protestanti la Bibbia è al centro della Chiesa. La differenza sta essenzialmente nel fatto che nel protestantesimo essa sta al centro da sola (sola Scriptura) e per il cattolicesimo essa sta al centro insieme alla Sacra Tradizione.
Per i protestanti l’accento sulla Bibbia è una caratteristica dai tempi di Lutero. Le prime traduzioni protestanti italiane dai testi originali risalgono al Cinquecento e la classica versione è quella di Diodati (1607) tuttora in uso nelle sue revisioni.
La Chiesa cattolica mantenne invece per altri quattro secoli la sola versione Vulgata in latino. La prima traduzione cattolica di rilievo sul testo della Vulgata fu quella del Martini (completata nel 1781), ma non venne usata nella liturgia.
Detto questo, dal Concilio Vaticano II in poi sono stati fatti alcuni passi ufficiali importanti riguardo alla Bibbia. La Costituzione dogmatica Dei Verbum (1965) ha affermato chiaramente che “La Chiesa ha sempre venerato le divine Scritture come ha fatto per il Corpo stesso di Cristo” e che “È necessario che i fedeli abbiano largo accesso alla sacra Scrittura”. Di conseguenza è stata pubblicata la prima traduzione ufficiale italiana della Cei nel 1971, rivista nel 1974 e nuovamente nel 2008.
Inoltre, secondo la stessa Dei Verbum alcune traduzioni si potevano fare “in collaborazione con i fratelli separati” e su questa indicazione l’Alleanza Biblica Universale (Abu) firmava con il Segretariato Pontificio per l’Unità dei Cristiani le Linee guida per la traduzione interconfessionale della Bibbia (1968 riviste nel 1987). In Italia cattolici e protestanti si impegnavano, nella Società Biblica in Italia (membro dell’Abu), per la Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (Tilc): nel 1976 veniva pubblicato il Nuovo Testamento e nel 1985 l’intera Bibbia, riveduta nel 2014. La pubblicazione venne fatta insieme alla casa editrice Ldc.
Mentre in passato la diffusione della Bibbia era dunque una caratteristica tipica solo del protestantesimo, da cinquanta anni è un impegno al quale sono chiamati tutti i cristiani. Cattolici e protestanti sono uniti nel lavoro di traduzione, di promozione e diffusione di questo libro. Se vi sono differenze, esse permangono nell’interpretazione, ma non nella diffusione. La Società Biblica, che si propone per statuto la diffusione delle Sacre Scritture, è quindi una Società pienamente interconfessionale. Una Società nella quale, per quanto riguarda la promozione della Bibbia, tutti si trovano e si devono trovare “a casa”.
Oggi è facile trovare una Bibbia ovunque, vi sono varie traduzioni e tutti dovremmo avere una familiarità maggiore con la Bibbia. Eppure non è così. C’è ancora molto lavoro da fare nel nostro Paese. Nonostante i proclami e le dichiarazioni delle chiese, nonostante gli sforzi fatti dalle Società Bibliche, la Bibbia rimane un libro poco conosciuto. Viviamo un paradosso: siamo un Paese pieno di chiese, di musei, di pinacoteche, di una storia letteraria, artistica e musicale che rimanda alla Bibbia eppure la conosciamo poco; per molti è addirittura un libro completamente ignoto.
L’accesso diretto alle Sacre Scritture, oggi possibile, anzi auspicato, può cambiare la vita di una persona: la conoscenza del Cristo vivo e vivificante dei Vangeli può divenire un fermento di vita nuova per i singoli, per le chiese e per l’intero Paese.
Noi, soci e amici della Società Biblica in Italia, abbiamo il compito di promuovere la Bibbia, diffonderla e farla conoscere nel nostro tempo. È una missione grande e anche bella alla quale tutti possono partecipare.