Danneggiato Giardino dei Giusti a Milano
12 novembre 2019
Intanto sono stati scelti i "Giusti" per il 2020. Condanna dell'episodio da parte delle istituzioni
Come si legge sul sito di Gariwo – la Foresta dei Giusti di Milano, associazione nata per accrescere e approfondire la conoscenza verso la figura di donne e uomini che si sono battuti in difesa della dignità, e che nella città lombarda dal 2003 cura un’area al Monte Stella dove vengono fisicamente collocate le piante a memoria dei Giusti - il comitato dei Garanti dell’associazione, composta da Comune, Gariwo e Ucei Unione delle comunità ebraiche italiane, «ha ratificato le scelte espresse dall’Assemblea il 16 ottobre scorso riguardanti il tema per le celebrazioni del 6 marzo 2020, che dal 2012 il Parlamento europeo ha stabilito essere la Giornata europea dei Giusti accogliendo proprio un appello dell’associazione Gariwo, al Giardino dei Giusti del Monte Stella di Milano: "La responsabilità globale. La sfida dei Giusti per salvare il pianeta e l’Umanità”».
Le figure approvate sono:
Le donne di Rosenstrasse, che salvarono dalle persecuzioni 2.000 ebrei, i loro mariti, con un’audace protesta sulla Rosenstrasse di Berlino. Vi si riunirono per oltre una settimana, nonostante le minacce delle autorità naziste;
Piero Martinetti, fondatore della Scuola di Milano, fu l’unico filosofo tra i professori universitari a rifiutare di prestare il giuramento al Regime fascista nel 1931, preferendo rinunciare alla cattedra che alla propria libertà di coscienza;
Wallace Broecker, geofisico e climatologo americano, può essere definito il “pioniere” dei cambiamenti climatici, prevedendo nel 1975 la crescita della temperatura media globale e facendo parlare del riscaldamento globale in un periodo in cui pochi erano pronti ad ascoltare;
Valerij Alekseevič Legasov, chimico, mitigò i danni di Chernobyl. Dopo l’esplosione, insisté per l’evacuazione della popolazione di Pripyat e lavorò incurante delle radiazioni a cui era esposto. A Vienna testimoniò sulle responsabilità dell’accaduto, suscitando l’ostilità dei colleghi sovietici;
Yusra Mardini, nuotatrice siriana, nell’agosto 2015 nuotò per tre ore e mezza, per 5 km di mare, spingendo il gommone che trasportava lei e altri profughi verso le coste greche. Alle Olimpiadi di Rio 2016 sfila sotto la bandiera con i cinque cerchi, nella squadra dei rifugiati;
Hevrin Khalaf, attivista curda, ha dedicato la vita ai diritti delle donne e alla lotta per la coesistenza pacifica fra curdi, cristiano-siriaci e arabi. Leader del Partito per il Futuro della Siria, è stata brutalmente uccisa nel 2019 da miliziani islamici, subito dopo l’invasione turca del Kurdistan siriano.
«Queste figure sono esempi senza tempo di responsabilità e coraggio. L’allarme lanciato da Broecker, che troppo tardi abbiamo colto, e l’impegno di Hevrin Khalaf per costruire un Paese multi-identitario e senza violenze, ci invitano a perseguire le strade della coesistenza e del rispetto dell’ambiente», racconta il presidente di Gariwo Gabriele Nissim. «Per questo lanciamo il richiamo alla responsabilità globale. Indifferenza, antisemitismo e razzismo possono essere contrastati solo con scelte rischiose e controcorrente, come hanno insegnato Piero Martinetti e le donne di Rosenstrasse. Auspichiamo che questo valga anche nello sport e in particolare nelle curve degli stadi, sempre più spesso ostaggio di tifo razzista e discriminante».
Il Comitato ha inoltre approvato le candidature pervenute all’Associazione per il Giardino virtuale del Monte Stella, lo spazio digitale ospitato sul sito di Gariwo che idealmente amplia le dimensioni del Giardino reale. Si tratta di: Francesco Quaianni, Emily Bayer, Padre Italo Laracca, Carlo Bianchi, Padre Andrey Sheptytskyy, la Famiglia De Regibus, Leonilde Simonazzi, Reinhold Chrystman, Carlo Tagliabue, Nella Molinari e Luigi Cortile, Franco Basaglia.
Intanto nella notte fra 8 e 9 novembre è stato imbrattato con scritte di vernice rossa l’auditorium del Giardino dei Giusti, riqualificato e inaugurato alla presenza della senatrice Liliana Segre appena un mese prima. «Via le ruspe da Monte Stella, sì agli alberoni» è la scritta, e sono state deturpate le luci dell’area. Molte e sdegnate le reazioni di fronte a un nuovo grave episodio di intolleranza e antisemitismo.