Dalla Svizzera il sì delle chiese riformate al matrimonio civile per tutti
06 novembre 2019
Con l'antropologa Paola Schellenbaum ripercorriamo quanto accaduto in seno alle chiese valdesi e metodiste in Italia e presentiamo il nuovo gruppo di lavoro in materia delle chiese protestanti in Europa
La Federazione delle chiese protestanti della Svizzera sostiene l'apertura del matrimonio a coppie dello stesso sesso a livello civile. Un "sì" al matrimonio per tutti deciso ieri martedì 5 novembre a Berna durante l'assemblea dei delegati dell'organizzazione che raggruppa le chiese riformate elvetiche.
La maggioranza dei delegati, 49 voti a favore, 11 contrari, ha seguito la raccomandazione del Consiglio (organo esecutivo) che si era già espresso in materia il 29 agosto di quest’anno. Sabine Brändlin, membro del Consiglio, dalle colonne di Rts.ch ha sottolineato che non si tratta della decisione di introdurre un matrimonio religioso per le persone dello stesso sesso, ma di benedire le unioni di quelle coppie che hanno desiderio. La competenza e l’arbitrio rimane alle singole chiese cantonali.
La Federazione raccomanda inoltre alle chiese membro di riprendere una possibile futura estensione della nozione civile di matrimonio alle coppie dello stesso sesso come prerequisito per la celebrazione di un matrimonio religioso. Ciò perché di matrimonio fra coppie dello stesso sesso si discuterà in sede legislativa con molta probabilità la prossima primavera. La Commissione legale del Consiglio nazionale si è infatti pronunciata alla fine di agosto a favore del "matrimonio per tutti", un'iniziativa parlamentare dei liberali verdi, mentre le unioni civili sono in vigore nel Paese dal 2007.
La Federazione raccomanda dunque alle chiese membro di assumere il nuovo possibile concetto derivato dalla legge civile del matrimonio per il matrimonio religioso. Allo stesso tempo, propone di ancorare nei regolamenti ecclesiastici una disposizione che garantisca la libertà di coscienza di pastore e pastori nel celebrare un matrimonio religioso per una coppia omosessuale.
I delegati, d'altra parte, al termine di un dibattito animato, si sono rifiutati di includere i matrimoni dello stesso sesso nel registro matrimoniale e di adottare una pratica liturgica che si distingua da quella delle coppie eterosessuali. La maggioranza ha ritenuto superflua questa raccomandazione del Consiglio.
Le chiese metodiste e valdesi da anni hanno avviato un dibattito in materia, sfociato nella decisione del Sinodo 2010 di approvare la benedizione delle coppie dello stesso sesso e poi proseguito con l’intenso lavoro della commissione “famiglie, matrimonio e coppie di fatto” che ha prodotto il documento “Famiglie, matrimonio, coppie, genitorialità”, discusso nelle chiese locali a partire dal 2015 e infine approvato dal sinodo valdese e metodista nel 2017. Un testo che riconosce la pluralità di modelli di famiglia presenti nella società, attua un riconoscimento ecclesiastico attraverso la benedizione di unioni civili riconosciute dallo Stato, e invita a proseguire l’impegno nella società affinché i diritti su questi temi possano essere ampliati.
«Quella che arriva dalla Svizzera è una ottima notizia – commenta l’antropologa Paola Schellenbaum, che di quella commissione è stata una delle componenti -; intanto perché rappresenta un ulteriore passo verso l’estensione di diritti a tutte e tutti i componenti delle nostre società. A tal proposito ritengo positivo che sia stato approvato a larga maggioranza, ma comunque con una quota di voti di dissenso, esattamente come accaduto anche nelle nostre chiese, perché ciò deve spingere le parti in causa a proseguire nel dibattito. Se il dibattito è corretto, autentico e non pregiudiziale allora sono tutte le comunità che possono crescere, nella fede e nella consapevolezza di quanto accade attorno a loro. Urgente ragionare su modelli plurali di famiglie, come fatto all’interno delle nostre comunità: non può che essere un percorso virtuoso. Nel piccolo lo testimonia anche il nostro cammino, con la commissione che ha iniziato il proprio lavoro chiamandosi “famiglia” e ha prodotto infine un documento che inizia con la parola “famiglie”, dimostrando plasticamente l’evoluzione del ragionamento».
C’è un ulteriore aspetto, che seconda Schellenbaum rende urgente la discussione in materia: «la materia è oggetto di continui attacchi e manipolazioni da parte delle destre estreme in tutto il mondo, con l’appoggio delle aree più conservatrici di certe chiese, come dimostra molto bene anche l’inchiesta fresca vincitrice del premio giornalistico Roberto Morrione che racconta i legami fra i movimenti fondamentalisti cristiani e le forze politiche che dagli Stati Uniti alla Russia all’Italia si fanno portavoce di istanze retrograde. Il voto svizzero, così come quello del sinodo valdese e metodista del 2017 sono testimonianze altissime dell’amore di Dio nel mondo e un segnale di apertura in tempi di chiusure».
L’importanza per le chiese di ragionare in materia è esemplificata dalla decisione della Ccpe, la Comunione di chiese protestanti in Europa che raggruppa 94 chiese luterane, metodiste, riformate e unite nel vecchio continente, di istituire un gruppo, denominato “gender and sexuality”, cui è chiamata a far parte la stessa Paola Schellenbaum, che ci racconta di una prima riunione «a Vienna il 28-29 giugno 2019 per definire una proposta di documento sul tema che potrà essere condivisa in seminari e convegni preparatori prima di essere pubblicato. Il team di lavoro è coordinato dalla Ulla Schmidt, professoressa di teologia pratica e storia della chiesa nella Scuola di Cultura e Società dell’Università di Aarhus in Danimarca e vi partecipa fra gli altri Neil Messer, professore di teologia nel Dipartimento di teologia, religione filosofia dell’Università di Winchester nel Regno Unito, oltre altri studiosi provenienti da chiese protestanti in Europa. Nei prossimi anni verrà dunque prodotto un testo che potrà essere la sintesi delle posizioni delle chiese protestanti in Europa in materia».
Il dibattito continuerà ancora, e uno degli strumenti messi a disposizione è ContactGPS, la app (ma esiste anche il sito Internet) ideata da MédiasPro, agenzia di stampa protestante elvetica, e in particolare dal pastore Michel Kocher, dedicata ai vari ambiti religiosi (predicazione, dialogo interreligioso, etica, spiritualità; ne avevamo parlato quia proposito della presenza delle chiese sul web e del lavoro condotto dai media delle Chiese protestanti dei paesi latini, Cepple). Una sezione è dedicata proprio a domande sulle posizioni personali relative all’unione fra persone dello stesso sesso.