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Un uomo di ascolto e di preghiera

Il ricordo del pastore valdese Giulio Vicentini

Il pastore valdese Giulio Vicentini ha concluso la sua lunga quanto benedetta giornata terrena accompagnato amorevolmente dalla sua famiglia. Se ne è andato a Verona, ultima sua sede pastorale. Giulio faceva parte di quella lunga schiera di nostri pastori che avevano maturato la vocazione nel cattolicesimo. Egli era stato un frate minore conventuale, buon conoscitore della Patristica. In un testo autobiografico (speriamo di prossima pubblicazione), esaminando la propria vita, collocava quella decisione di prepararsi al ministero in un avvenimento particolare che aveva determinato la sua scelta di bambino, udendo per diverse sere i Padri passionisti, durante una missione nella sua parrocchia. Era il 1932 in un piccolo paesino del Vicentino, Bagnolo di Lonigo. 

Nel 1994, iniziando quella autobiografia, scriveva: «Ripensandoci più volte – dopo, ripetutamente, anche a distanza di tempo – non ho mai avuto dubbi che una “vocazione” fosse nata in me, che una “chiamata” mi coinvolgesse, che una “voce” mi trascendesse, quella di Dio, che s’era fatta percepire da me». Quelle pagine narrano gli anni del seminario del convento, le vicende della guerra; la specializzazione in storia in una Facoltà Pontificia Romana; le varie missioni alle quali anch’egli era chiamato come predicatore; fino all’incarico di archivista e bibliotecario nel convento a Venezia, città che aveva profondamente amato: dovendosi recare, come ogni giorno, agli archivi per studiare le biografie del suo ordine, accadde qualche cosa di particolare. «A furia di ripassare di lì, mi accorsi che c’era, vicino, un portone di legno che dava ingresso a una chiesa e, un po’ discosto, una porta con il bottoncino del campanello dell’abitazione del pastore. Era la chiesa valdese di Venezia» (1955). 

Lasciato il suo tranquillo convento, Vicentini riprenderà la via di Roma, questa volta in via P. Cossa 42; incontrerà la moglie Evangelina Incellie dalla loro unione nascerà Elisaoggi presidente del Consiglio della chiesa valdese di Verona. Terminati gli studi alla Facoltà valdese di teologia, dopo il periodo di prova e la consacrazione, viene inviato in diverse località dell’Italia centrale e del Sud: Carunchio e San Giovanni Lipioni; Livorno e Rio Marina; Napoli Vomero; Bari e Brindisi e gruppo Latiano; Verona. Altrettanti incarichi ecclesiastici, tra questi la presidenza della Commissione esecutiva del IV Distretto (sud Italia); membro della Tavola Valdese dal 1982 al 1988; della Commissione di studio per l’integrazione con le chiese metodiste. 

La competenza per gli studi storici venne mantenuta,in particolare dopo l’emeritazione (1994), con varie ricerche (alcune purtroppo non completate malgrado la mole di note raccolte); tra queste l’edizione del diario di guerra del cappellano metodista Giuseppe La Scala durante la Prima Guerra mondiale. Giulio Vicentini è stato un uomo di ascolto e di profonda pietà personale. Nelle visite della pastora Laura Testa, nella casa di riposo dove era ospite in questi ultimi anni, viveva questo momento con particolare intensità guidando egli stesso la preghiera. 

Nel libro che aveva iniziato a scrivere nel 1994 aveva scelto come titolo la parola che apre il capitolo 43 del libro di Isaia: Ti ho chiamato per nome... Come abbiamo ricordato, in tempi e modalità diverse, questa risposta alla chiamata è stata mantenuta e vissuta pienamente nella vita di questo predicatore, esempio di fede e di dedizione al servizio dell’Evangelo della grazia. 

I funerali si sono svolti lunedì 21 ottobre nel Tempio valdese di Verona, via Duomo, angolo via Pigna.

Tratto da chiesavaldese.org

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