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Trovare l’armonia tra la propria felicità e quella degli altri

Un giorno una parola – commento a Filippesi 2, 4

Guai ai pastori d’Israele che non hanno fatto altro che pascere se stessi! Non è forse il gregge quello che i pastori debbono pascere?
Ezechiele 34, 2

Cercate ciascuno non il proprio interesse, ma anche quello degli altri
Filippesi 2, 4

Quanti di noi riescono a trovare l’equilibrio tra il proprio interesse e quello degli altri? Vivere solo per noi stessi e il nostro benessere non porta alla felicità, in quanto si limitano le relazioni e risultiamo davvero antipatici e narcisisti. Dare tutto agli altri e dedicarsi solo al prossimo è poco praticabile e non credo dia gioia, anzi si rischia di farlo per sentirsi più bravi degli altri e pavoneggiarsi. D’altra parte solo chi conosce come fare a portare benessere a se stesso può comprendere di cosa ha bisogno anche chi ha di fronte. Può diventare così sensibile da pensare di condividere ciò che di bello possiede per vedere nello sguardo di un altro la sua stessa contentezza. Trovare l’armonia tra la propria felicità e quella degli altri è possibile se ogni volta che ci si relaziona con l’altro ci si chiede: «Ma io che vorrei in questa situazione?». Ciò che vogliamo per noi, se lo trasferiamo alle persone che incontriamo, automaticamente e senza fatica può diventare una buona prassi per amare il prossimo come se stessi. 

Così sarà molto più facile avere pazienza e comprensione anche in situazioni difficili e quando si può perdere la pazienza. Ricordiamoci che a tutti noi piace essere coccolati più che sgridati, ricevere una parola di conforto piuttosto che una presa in giro. La nostra vita può veramente cambiare se impariamo a usare lo stesso metro di misura che applichiamo con noi stessi agli altri. E se qualcuno mi domanda: «Come fare con chi non sa ancora comportarsi così e mi ferisce, mi maltratta e non comprende il mio modo di fare?». Con alcune persone si può parlare e affrontare l’argomento e far riflettere su come un gesto, una parola possono ferire anche per lungo tempo. Con altre, che non sono in grado di portare ascolto, la cosa migliore penso sia evitarli e continuare a essere coerenti con la Parola di Dio. Non aspettiamo che siano gli altri a fare il primo passo, ma proponiamoci di essere noi a cercare armonia e gioia in ogni nostra relazione. 

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