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L’Atlante delle guerre dimenticate

Oltre all’uscita della nona edizione anche un premio internazionale di fotografia, un’edizione ridotta in inglese e più attenzione alle emergenze umanitarie 

È stato presentato ieri a Roma e sarà in libreria dal 19 ottobre l’Atlante delle guerre e dei conflitti del mondo (nona edizione). 

«Dove si combatte, quali motivazioni portano a crisi, guerre e conflitti di alta o bassa intensità ma anche dove si prova a passare da uno stato di non-guerra alla pace, sono i focus della pubblicazione di quest’anno. Da undici anni e con nove edizioni dell’Atlante delle guerre e dei conflitti del Mondo, l’Associazione 46° Parallelo racconta tutto questo – ha affermato il direttore delle pubblicazione Raffaele Crocco –. Grazie al lavoro di giornalisti e attivisti e al sostegno delle istituzioni, di associazioni e quello della Federazione Nazionale della Stampa (Fnsi), la nuova edizione de L’Atlante si propone come strumento d’informazione per una cittadinanza attiva e che, come una mappa geografica, possa orientare il pensiero e l’azione nella direzione della pace».

L’uscita dell’Atlante è accompagnata da tre importanti novità: il premio fotografico Wars la cui premiazione avverrà il 5 ottobre a Ferrara all’interno del Festival di Internazionale. Una giuria internazionale ha vagliato oltre 111 proposte di reportage arrivate da 36 Paesi. Il nome dei vincitori è sul sito www.atlanteguerre.it; l’Atlante in lingua inglese grazie alla collaborazione con l’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra (Anvcg) e che vedrà la luce nei primi mesi del 2020; infine, sarà data più attenzione alle emergenze, grazie al sodalizio con le Ong italiane.

«Ai conflitti documentati – ha proseguito Crocco – continuiamo a legare un “tentativo di pace”, non sempre e non solo istituzionale: con esperienze positive realizzate dagli studenti e legate allo Sviluppo economico, la cooperazione internazionale, quella socio-sanitaria e la gestione dei conflitti.Preziosi – ha concluso Crocco –, restano i contributi e le analisi di Unhcr, Banca Etica, Amnesty International, del Centro di Documentazione sui Conflitti Ambientali e dell’Associazione indipendente di giornalisti “Lettera22”».

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