Il Signore non abbandona il suo popolo
19 settembre 2019
Un giorno una parola – commento a Esodo 13, 21
Il Signore andava davanti a loro: di giorno, in una colonna di nuvola per guidarli lungo il cammino; di notte, in una colonna di fuoco per illuminarli, perché potessero camminare giorno e notte
Esodo 13, 21
Bisogna che ci applichiamo ancora di più alle cose udite, per timore di essere trascinati lontano da esse
Ebrei 2, 1
Il cammino nel deserto è per Israele, fuggito dall’Egitto, molto difficile soprattutto perché conosce la meta: la terra promessa, ma non conosce la via, anzi facilmente è tentato di cambiare il percorso per lamentarsi contro Mosè. Nel deserto cadono le sicurezze umane e si è senza una guida sicura. Cosa accadrà a questo popolo di schiavi non abituati a vivere in libertà?
Ecco che Dio si presenta come una vera guida nel cammino verso la nuova terra. Non vi è una richiesta precisa da parte del popolo, è una decisione di Dio stesso. Il Signore non abbandona il popolo e prepara un segnale perché tutti possano rimanere sulla via giusta: di giorno una nuvola e di notte un fuoco!
Si tratta di due antichi simboli per rendere manifesta la presenza di Dio tra il popolo e segno della stessa gloria di Dio. Dio, dunque, si fa conoscere non solo come il liberatore dalla schiavitù in Egitto, ma è guida e fonte di benedizione.
Per il cristiano, nuvola e luce sono indicatori di un’altra guida: quella di Gesù Cristo, il Signore. Da un lato il popolo dei credenti riceve la rivelazione che Gesù è il Figlio inviato dal Padre quando potrà udire una voce dalla nuvola: «Questi è mio Figlio, colui che io ho scelto: ascoltatelo» (Luca 9, 35). Da un altro lato nel vangelo secondo Giovanni Gesù dirà di essere la luce che illumina ogni uomo: «Io sono la luce del mondo» (Giovanni 8, 12).
Dunque, non solo simboli per guidare il popolo antico nel pellegrinaggio nel deserto, ma rivelazione di Dio liberatore con una presenza quotidiana e del Signore Gesù quale donatore di vita nuova.
Immagine: Egitto, Monte Sinai