Piero, anticonformista, ribelle, ironico e buono
12 settembre 2019
Un ricordo di Piero Scaramucci scritto dal direttore di Rai News 24 Antonio Di Bella
È morto ieri Piero Scaramucci, fondatore di Radio Popolare, protagonista del Gruppo di Fiesole, per anni inviato Rai e autore d’inchieste sulle stragi di Stato, anti-fascista e sempre in prima linea contro censura e bavagli, in difesa della Costituzione.
Nel sindacato dei giornalisti aveva partecipato anche all’ultimo Congresso nazionale della Stampa italiana, come delegato della Lombardia eletto nelle liste di Nuova Informazione, che aveva contribuito a fondare e anche in quella occasione aveva portato il suo spirito libero, critico, ironico, che ha segnato la sua vita professionale, sindacale e privata.
Pubblichiamo il ricordo, gentilmente concesso a Riforma.it dal direttore di Rai News 24 Antonio Di Bella e tratto dal sito Articolo 21.
«Non accenna a diminuire l’ondata di maltempo…».
«Ma ma ti sembra un attacco sensato? Parleresti mai a qualcuno dei tuoi amici in questa maniera?».
Piero sapeva essere duro e l’ho sperimentato con i miei primissimi anni alla Rai (stanza 309, terzo piano B di Corso Sempione 27). Lezioni indimenticabili in una Rai ancora ingessata con un’età media molto alta e pure con alcuni esempi luminosi Beppe Viola, Piero Scaramucci. Piero era il mio compagno di banco. Da lui ho imparato tutto o almeno ho cercato di farlo. Di nascosto, quando se ne andava, frugavo tra i vecchi nastri dei nagra. Ascoltavo i suoi incredibili reportage sui primi movimenti di contestazione degli anni '60, cercavo di imitare la sua voce inconfondibile e cercavo di rubargli il segreto del grande radio telecronista che era. Negli anni Piero è diventato noto per la sua attività sindacale e per le sue battaglie politiche. Ha fondato il gruppo di Fiesole, insieme a Beppe Giulietti e poi è stato tra i fondatori di Articolo 21. Ha inventato Radio Popolare che ha cambiato il modo di fare informazione in Italia. E allora non c’erano i telefonini e i cronisti dovevano andare armati di gettoni per le strade e trascinare lì le persone da intervistare.
Ma io voglio ricordare oggi soprattutto il Piero fratello maggiore, chioccia di tanti giovani giornalisti come me alla Rai, a Radio Popolare è un po’ dappertutto nei giornali.
Un Piero che nonostante il passare degli anni non finiva mai di essere giovane anticonformista e ribelle ironico e buono. Ciao Piero. Un abbraccio infinito dal tuo vecchio compagno di banco della 309.