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Il timore del Signore è scuola di saggezza

Un giorno una parola – commento a Proverbi 15, 33

Il timore del Signore è scuola di saggezza
Proverbi 15, 33

Se qualcuno pensa di conoscere qualcosa, non sa ancora come si deve conoscere; ma se qualcuno ama Dio, è conosciuto da lui
I Corinzi 8, 2-3

Un insegnante di una scuola di periferia lamenta il senso d’impotenza di fronte al degrado, all’arroganza e alla violenza. È il degrado della società italiana che si esprime in modo truce, aggressivo e violento. Pier Paolo Pasolini temeva che le periferie si sarebbero imborghesite; al contrario: è tutto il Paese che è diventato una desolata periferia.

In questa situazione, proprio la scuola e proprio gli insegnanti svolgono un ruolo importante. Essi hanno il compito di prospettare una cittadinanza attiva che fa di ognuno un soggetto attivo e partecipe nella società italiana. Gli insegnanti, inoltre, hanno il compito di mostrare che le competenze, in particolare quelle intellettuali, non si acquisiscono con uno schiocco di dita, ma con fatica e molto lavoro. Chi ha la fortuna d’intravedere le dimensioni del pensiero, conosce quanto questa esperienza sia simile al timore che afferra chi si trova a fare i conti con qualcosa di più grande di lui, di lei.

Il timore di Dio è proprio questo, il sentimento che prova chi riconosce l’alterità di Dio: altro rispetto alle nostre morali, altro rispetto alle nostre ideologie, altro rispetto alle nostre agende e priorità. Per questo ogni cristiano, la stessa Chiesa sarà sempre discepola, discepolo; mai maestro. Un insegnante cristiano può allora condividere questa convinzione, la consapevolezza di colui che insegna perché ha assaporato quanto ancora c’è da imparare. 

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