Dopo il mare, si svuota anche il cielo
27 agosto 2019
Una stagione sempre più difficile per i salvataggi in mare, anno dopo anno. Intervista con Giorgia Linardi (Sea Watch)
Nella giornata di lunedì 26 agosto, la nave Eleonore, gestita dalla ong Lifeline, ha salvato 101 persone nel mar Mediterraneo, a 43 miglia dalle coste libiche di Al-Khoms, dove il gommone su cui si trovavano stava per affondare. Anche se per molti italiani l'estate è già finita, il meteo e le condizioni di sicurezza in Libia, sempre più precarie man mano che il conflitto continua sia a livello politico che a livello militare, continuano a favorire le partenze.
Anche se i salvataggi non si fermano, l'estate del 2019, al pari della precedente, verrà ricordata per le crescenti difficoltà di pattugliare il mare ed evitare che le persone muoiano nel silenzio. In particolare, le vicende delle navi Sea-Watch 3 e Open Arms, gestite rispettivamente dalla tedesca Sea-Watch e dalla spagnola Proactiva Open Arms. Ma alla desertificazione del mare nelle ultime settimane fa da complemento la desertificazione del cielo: da quasi un mese, infatti, Moonbird e Colibrì, i due aerei leggeri delle ong che sorvolano il Mediterraneo per avvistare i gommoni delle persone migranti, non possono decollare da Lampedusa né da altri scali del nostro Paese perché mancano le autorizzazioni.
Giorgia Linardi, portavoce di Sea Watch, ha raccontato situazione e sfide di questa difficile stagione per la rotta del Mediterraneo centrale, la più mortale tra tutte le rotte migratorie del mondo.