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Stazione di transito

Spettacolo teatrale in conclusione del progetto Mi fido di Te delle chiese valdesi del I distretto e della Diaconia Valdese

Domenica 26 maggio, alle 21 nella sala valdese di San Germano Chisone, si conclude il percorso di sensibilizzazione e prevenzione sulla violenza di genere «Mi Fido di Te», che ha visto lavorare in sinergia la Diaconia Valdese, rappresentata dal servizio Adulti e Territorio, e le chiese valdesi del I Distretto.

Un percorso approfondito e arricchente che è partito ad inizio anno con la presentazione dello spettacolo teatrale «Per dire NO alla violenza», nelle chiese dei tre Circuiti che compongono il primo distretto. Uno spettacolo forte, impattante, dalla grande carica emotiva, che ha aperto lo sguardo sul tema.

Da febbraio in avanti ha preso il via la seconda fase del progetto: tre incontri di approfondimento, sempre uno per ogni circuito, su diverse tematiche legate a diversi aspetti del fenomeno della violenza: dalle molteplici facce della violenza, alla “deumanizzazione” che può portare a giustificare e legittimare la violenza, al confronto utile per riconoscere una relazione potenzialmente violenta. Il percorso sta ora per concludersi nella sua terza ed ultima parte, che prevedeva un laboratorio teatrale e l’allestimento di uno spettacolo.

Stazione di Transito è quindi il titolo del lavoro teatrale che sarà proposto domenica sera a San Germano, con la regia di Anna Giampiccoli e la partecipazione di Paola Bonvicini, Mara Bouchard, Roberta Comba, Giancarla Deferrari, Cindy Genre, Luca Libanore, Beppe Pavan e Valentina Zanella.

«Un piccolo gruppo di persone, ma molto variegato e composito nelle età e nei sessi rappresentati – spiega Anna Giampiccoli –. La presenza nel gruppo di due personaggi maschili e di giovani e giovanissimi ci ha permesso di giocare sulla trasversalità dell’argomento. Lo spettacolo mette in scena cinque donne, completamente diverse tra loro, che raccontano e condividono la storia di violenza subita. I ruoli maschili ci invitano a riflettere oltre lo stereotipo che vede nell’essere maschio l’essenza stessa della violenza. Ad accompagnare il tutto, il suono dal vivo di una violoncellista. Siamo estremamente soddisfatti: la messa in scena di uno spettacolo teatrale con attori non professionisti che hanno lavorato intensamente su se stessi e che sono riusciti a creare un prodotto di sensibilizzazione su un tema forte e al tempo stesso delicato, trasmettendo, ma anche vivendo, forti emozioni».