21 maggio. Battisti italiani: dialogo interculturale antidoto contro l’odio
21 maggio 2019
Il messaggio del dipartimento battista delle Chiese internazionali per la Giornata mondiale ONU della diversità culturale per il dialogo e lo sviluppo
Il segretario del Dipartimento delle Chiese internazionali (ICD) dell’Unione cristiana evangelica battista d’Italia (UCEBI), pastore Raffale Volpe, ha inviato al corpo pastorale una lettera in cui invita a partecipare, il 21 maggio, alla Giornata mondiale della diversità culturale per il dialogo e lo sviluppo istituita nel 2002 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite.
«Martin Luther King diceva che gli uomini si odiano tra loro perché si temono e si temono tra loro perché non si conoscono. Il dialogo interculturale è un antidoto contro l’odio perché non teme la diversità, la ritiene invece una risorsa straordinaria per lo sviluppo umano» scrive il pastore Volpe. Il Dipartimento chiese internazionali invita a dedicare, in questa settimana, un tempo di celebrazione della diversità come «dono di Dio. Come per gli ecosistemi, anche per le società umane le diversità culturali rendono ogni singola cultura più forte. La direttora generale dell’Unesco Audrey Azoulay ha dichiarato: "Non voglio che la mia casa abbia muri chiusi sui lati e finestre bloccate. Desidero che le culture di tutti i Paesi soffino nella mia casa il più liberamente possibile". Bisogna dunque rivedere l’architettura del nostro cuore e della nostra mente; delle nostre chiese e delle nostre città; delle nostre case e delle nostre culture» prosegue Volpe.
«È necessario imparare a smontare, una per una, le barriere architettoniche che bloccano il soffio delle culture. Viviamo in un tempo in cui la diversità culturale è in pericolo. Cattivi maestri nel mondo, spesso con responsabilità di governo, gridano slogan razzisti, alimentano paure irrazionali e tollerano, ma spesso fomentano, la violenza contro chi è diverso» denuncia ancora la lettera, esortando non solo a prendere parola con buona volontà, ma anche alla formazione, per creare e rafforzare «una sensibilità interculturale che ci aiuti nel realizzare un ascolto interessato dell’altro, una comunicazione non violenta, un desiderio di imparare dagli altri».
L’ICD offre una specifica formazione interculturale alle chiese o alle associazioni che ne facciano richiesta.