Dio vuole che nessuno perisca
12 aprile 2019
Un giorno una parola – commento a Matteo 18, 14
O Dio, ci farai risalire dagli abissi della terra; tu accrescerai la mia grandezza e ritornerai a consolarmi
Salmo 71, 20-21
Così il Padre vostro che è nei cieli vuole che neppure uno di questi piccoli perisca
Matteo 18, 14
Quanto ci vuole perché da grandi e forti diventiamo piccoli e vulnerabili? Basta che nel posto dove viviamo si passi dalla pace alla guerra; che da un tavolo imbandito ogni giorno si arrivi a fare più fatica ad assicurare il pane quotidiano alla propria famiglia; che da un giorno all’altro ci si innamori di una persona del nostro stesso sesso; che la chiesa che decidiamo di frequentare faccia parte di una minoranza religiosa; che ci si ammali all’improvviso e non siamo più autosufficienti, oppure che uno dei nostri figli/e nasca con una malattia genetica ecc. Allora diventiamo piccoli, senza autodifese contro noi stessi e contro gli altri. Il mondo ci crolla addosso letteralmente. Ma siccome non si tratta soltanto del nostro mondo interiore, ma anche della nostra vita sociale, delle nostre relazioni, del nostro lavoro, cioè del nostro posto al mondo, la situazione diventa ancora più complicata. Infine, la nostra vita cambia, a volte purtroppo peggiora.
Gesù dice “Guai al mondo a causa degli scandali!” e “guai all’uomo per cui lo scandalo avviene!” (v. 7). E gli scandali avvengono, e come! Gesù, però, va a trovare anche una sola pecora smarrita (v. 12). In molti casi la pecora non si smarrisce, ma è letteralmente allontanata dal gregge dalle altre pecore perché diversa. Pochi riescono a non disprezzare e a non giudicare questi piccoli. Emettere giudizi spesso sembra che abbia una funzione di rassicurazione. Sembra che sia insopportabile dover ammettere che un altro possa essere al tempo stesso odioso e amabile. È molto difficile ammettere che la nostra classificazione delle persone alla fine dei conti è sbagliata. I nostri giudizi sono errati e abbiamo bisogno di riconoscerlo con onestà perché Dio vuole che “neppure uno di questi piccoli perisca”.