Disarmo. Il documento conclusivo del convegno sugli armamenti
06 marzo 2019
La richiesta al Governo italiano di bloccare tutte le forniture di armamenti a Paesi in conflitto, l'impegno a dialogare con tutti gli attori istituzionali e a promuovere un ampio ripensamento e un graduale riordino del comparto della produzione militare nazionale
In seguito al convegno “Produzione e commercio di armamenti: le nostre responsabilità” che si è svolto a Roma il 1 marzo 2019, le realtà promotrici* di questa iniziativa, tra cui la Commissione Globalizzazione e ambiente (Glam) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), hanno prodotto un documento di sintesi con le conclusioni e le richieste al governo italiano.
I promotori sottolineano l’importanza dell’aver «proposto all’attenzione pubblica, del governo e delle istituzioni la questione della produzione e dell’esportazione di sistemi militari italiani e di ‘armi leggere’ in un momento di crescenti tensioni internazionali, di forte instabilità in numerose regioni, di conflitti che perdurano da anni e di nuovi focolai di guerra che stanno alimentando la ripresa delle spese militari e una rinnovata corsa agli armamenti».
Ricordando la responsabilità e il ruolo che l’Italia svolge nel contesto internazionale, nonché i principi contenuti nella nostra Costituzione, le convenzioni internazionali, i divieti espressi nella legge 185 del 1990, i criteri della Posizione Comune Ue e del Trattato internazionale sulle armi (Att), «rinnovano la richiesta al Governo italiano di bloccare tutte le forniture di armamenti a Paesi in conflitto e dove si verificano gravi violazioni dei diritti umani ed in particolare le esportazioni di armi alla coalizione a guida saudita che – come riportano le Nazioni Unite – sta compiendo bombardamenti indiscriminati in Yemen».
Il documento chiede «al Governo italiano e a tutte le forze politiche di adoperarsi nelle sedi europee e internazionali per promuovere un effettivo controllo del commercio di armamenti e di armi leggere e di ripristinare la massima trasparenza non solo nelle Relazioni nazionali sulle esportazioni di armamenti ma in ogni informazione che l’Italia deve presentare a livello europeo e internazionale».
Gli organizzatori del convegno «ribadiscono l’impegno a dialogare con tutti gli attori istituzionali, del settore industriale e finanziario, delle rappresentanze sociali e dei lavoratori per promuovere un ampio ripensamento e un graduale riordino del comparto della produzione militare nazionale», invitano la società civile e le Chiese a «promuovere momenti di incontro e di approfondimento, riguardo alle spese militari e al commercio di armamenti» e «si impegnano a continuare insieme la riflessione sulla produzione e il commercio di armamenti, estendendo l’invito a tutti i soggetti della società civile interessati a promuovere la sensibilizzazione nei territori e a livello nazionale e internazionale».
*Commissione Globalizzazione e Ambiente della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia; Fondazione Finanza Etica; Movimento Politico per l’Unità e Movimento dei Focolari; Pax Christi Italia; Rete Italiana per il Disarmo; Ufficio Nazionale per i Problemi sociali e il Lavoro della C.E.I.;
Ufficio Nazionale per l’Ecumenismo e il Dialogo interreligioso della C.E.I.
È possibile leggere il documento completo qui.