Welcoming Europe: 65mila firme raccolte in Italia, dalla parte di chi accoglie
21 febbraio 2019
Conclusa la campagna, rimangono le istanze, molte delle quali in fase di studio e attuazione da parte degli organismi europei
Sì all’accoglienza dei migranti, stop alla criminalizzazione delle Ong e serve tutelare per le vittime di abusi alle frontiere: 65mila persone ci hanno messo la firma, in Italia.
E’ questo il “tesoretto” della campagna “Siamo noi l’Europa che accoglie – Welcoming Europe”, della quale si è svolto ieri mattina, mercoledì 20 febbraio, alla Camera dei Deputati, l’evento di chiusura. All’iniziativa, promossa tra gli altri da Radicali Italiani, Fcei, Legambiente, Cnca, Fondazione Casa della Carita’, Oxfam, ActionAid, A Buon Diritto, Acli, Arci, Baobab Experience, CILD, con l’adesione tra gli altri di Centro Astalli, Caritas, Fondazione Migrantes, Sant’Egidio, Libera, Cgil, Fiom, Cisl, Diaconia Valdese, Altromercato, Banca Etica, Open Arms, Seawatch, Amref, Rainbow for Africa, Amnesty International, hanno partecipato oltre 140 tra associazioni, Ong, chiese, società civile.
L’obiettivo della mobilitazione era lanciare un’iniziativa dei cittadini europei (così detta Ice, uno strumento di democrazia partecipativa che serve per chiedere alla Commissione Europea l’adozione di un provvedimento, ndr) che richiede la raccolta di un milione in tutta Europa, con delle soglie minime in almeno sette paesi membri. Obiettivo che purtroppo non è stato raggiunto a livello comunitario, perché, mentre in Italia il numero delle firme prefissato è stato superato, altri Paesi non hanno raggiunto la cifra prefissa.
Come riporta il sito www.redattoresociale.it alcune delle proposte, grazie a un'intensa attività di pressione dei promotori sulle istituzioni europee, sono già state comunque prese in esame e hanno trovato una prima attuazione. In particolare, l'Ice chiedeva di rafforzare i programmi di sponsorship, strumento alla base dei corridoi umanitari - attuati con successo da alcune organizzazioni religiose in Italia e in Europa - e di modificare il sistema di accesso ai fondi europei allargando la tipologia di soggetti (enti locali, società civile) che possano promuovere programmi di corridoi umanitari. Il 24 ottobre scorso, il Parlamento europeo ha adottato il bilancio per l’Ue per il 2019 all'interno del quale una parte del fondo Fami (Fondo asilo migrazione integrazione) è stata destinata proprio alle autorità locali che potranno accedervi direttamente per programmi su asilo e immigrazione, tra cui la community sponsorship.
Il Parlamento europeo ha inoltre approvato l’11 dicembre una risoluzione concernente i visti umanitari chiedendo che la Commissione europea presenti, entro il 31 marzo 2019, una proposta legislativa che istituisca un visto umanitario europeo rilasciato presso ambasciate e consolati all'estero degli Stati membri alle persone in cerca di protezione in modo che possano raggiungere l'Europa senza rischiare la vita. Anche in merito alla proposta di modificare la direttiva “facilitazioni” e impedire che si possa essere incriminati per aver prestato aiuto umanitario a persone senza documenti, sono stati fatti dei progressi grazie all'attività dei promotori: il 5 luglio, il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione relativa alla creazione di linee guida per gli Stati membri con lo scopo di prevenire la criminalizzazione dell’aiuto umanitario e a settembre scorso Parlamento europeo e Commissione europea hanno raggiunto un accordo sull’istituzione di un Osservatorio europeo sulla criminalizzazione - sottolineano i promotori - . Ormai da mesi, alcuni governi hanno adottato misure sempre più restrittive in questo senso, criminalizzando non solo i migranti, ma associazioni, persone singole e istituzioni impegnate nel prestare soccorso e qualsiasi tipo di aiuto umanitario.
Obiettivo dei promotori è ora proseguire nella campagna Welcoming Europe offrendo al nuovo Parlamento europeo le analisi e le proposte su cui sono state raccolte le firme e rafforzando la rete di realtà coinvolte a livello europeo per un'azione coordinata e quindi più efficace per cambiare le politiche su questi temi cruciali. In Italia, un documento con le proposte e gli obiettivi di Welcoming Europe sarà consegnato ai candidati alle prossime elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Allo stesso tempo, le realtà italiane a livello nazionale continuano a chiedere la calendarizzazione della proposta di legge di iniziativa popolare della campagna Ero straniero dal titolo “Nuove norme per la promozione del regolare permesso di soggiorno e dell’inclusione sociale e lavorativa di cittadini stranieri non comunitari”: una proposta che intende affrontare il fenomeno migratorio in tutta la sua complessità innanzitutto introducendo la possibilità di regolarizzazione per i cittadini stranieri già radicati nel nostro paese e prevedendo canali diversificati di ingresso per lavoro, rivedendo gli attuali totalmente inefficaci.
Resta il risultato italiano, che tutti i relatori intervenuti all’incontro di oggi hanno valutato come un primo passo, importante e simbolico, per cambiare rotta in materia di politiche migratorie e accoglienza.
Luca Maria Negro, presidente della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, ha ricordato e spiegato l’esperienza dei corridoi umanitari, realizzati con la Comunità di Sant’Egidio. «Abbiamo un sogno – ha dichiarato Negro – : creare dei corridoi umanitari europei anche dalla Libia». Insieme a quella dei corridoi, che è «una best practice», il rappresentante della Fcei ha sottolineato come «contrapporre questo progetto al salvataggio delle persone in mare – search and rescue (SAR) – non abbia senso. Proprio per questo oltre a continuare a far arrivare le persone in modo legale e sicuro, abbiamo voluto fortemente dare il nostro sostegno al lavoro delle Ong Open Arms e Sea-Watch, con le quali collaboriamo».