Non tutto si può capire e conoscere
18 febbraio 2019
Un giorno una parola – commento a Giobbe 5, 18
Perché Dio fa la piaga, ma poi la fascia; egli ferisce, ma le sue mani guariscono
Giobbe 5, 18
Umiliatevi dunque sotto la potente mano di Dio, affinché egli vi innalzi a suo tempo; gettando su di lui ogni vostra preoccupazione, perché egli ha cura di voi
I Pietro 5, 6; 7
Non sempre nella vita tutto va come vorremmo e come ci sembra bene; neppure il lieto fine è sempre assicurato: non siamo noi a scrivere il copione! Anche per le persone per bene e prudenti, infatti, non mancano noie, guai, dispiaceri, dolori e tristezze. Giobbe è un brav’uomo, di più, è un uomo giusto; e non è lui a dirlo, né i suoi parenti o i suoi amici, ma Dio stesso. Anche a Giobbe non è risparmiato il momento della prova. Il Dio in cui credeva, che onorava con il suo comportamento e con il culto e una profonda devozione, gli si presenta inaspettatamente come un implacabile avversario. L’amico Elifaz cerca di consolarlo, proponendogli i semplici schemi della sapienza tradizionale. La sventura e il dolore ch’essa comporta hanno una funzione pedagogica. Come fa un buon padre con un figlio che si comporta male, Dio punisce l’essere umano affinché rifletta e si corregga... ma Giobbe è giusto!
Dio stesso smentirà Elifaz che, come gli altri due amici, non ha parlato di lui «con verità». Giobbe verrà ristabilito nella sua condizione originaria, ritroverà beni e famiglia, morirà in tarda età, come Abramo, «sazio di giorni» e particolarmente benedetto da Dio; e, alla fine, concluderà che non tutto si può capire e conoscere, se non è Dio stesso ad aprircene la conoscenza e la comprensione. È così. Non tutto possiamo capire, poiché molto, anzi troppo, sfugge ai nostri schemi e non corrisponde alla nostra scala di valori. Null’altro possiamo fare, allora, che fidarci di Dio, umiliandoci, rinunciando, cioè, alla nostra ragione e al nostro giudizio morale, e, come leggiamo nella Prima Lettera di Pietro, gettando su di lui ogni nostra preoccupazione, nella serena certezza che egli ha cura di noi.