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Lo scultore genovese della fede

Presso Palazzo Reale a Genova, un percorso inedito segue le tracce e raccoglie le scenografiche opere di Anton Maria Maragliano

Quella dedicata ad Anton Maria Maragliano è una mostra che ha richiesto anni di preparazione. Figura importante per Genova e la Liguria, l’artista non è molto conosciuto altrove ma il pubblico ligure ci è affezionato e lo sente parte di una dimensione anche privata della fede: a quanto pare tutte le case genovesi pensano di avere una statuina di Maragliano.

Ma il suo lavoro, oltre che essere associato all’allestimento presepiale, è espressione della più devota scultura lignea religiosa. Nonostante la fama in patria, Maragliano è uno dei più grandi scultori tardo barocchi genovesi, di preparazione internazionale e che guarda anche all’arte estera con riferimenti a Gardi, Bernini e la scultura spagnola. Lavorò soprattutto per chiese, confraternite e in parte per il patriziato locale.

Produsse soprattuto sculture lignee religiose. La mostra per la prima volta le sottrae alle chiese, le fa uscire dagli oratori, dove certamente è giusto che stiano ma dove spesso sono poco illuminate e difficili da apprezzare, per portarle a Palazzo Reale, dando la possibilità di vedere meglio questo lavoro e di sviluppare un confronto tra le varie opere. La mostra si svolge cronologicamente e lo racconta Luca Leoncini, direttore delle collezioni di Palazzo Reale e co curatore della mostra. «Iniziamo – racconta – con le prime opere di cui si ha traccia: la mostra mette in luce una serie di documenti che conosciamo sulle sue prime committenze, poi prosegue anche con delle opere raccolte per soggetto. Ci sono i protettori celesti, i Cristi, per i quali è anche molto famoso, esposti in una galleria che mette a confronto questi crocifissi molto alti rivelando un effetto molto suggestivo. Ci sembrava giusto accogliere il visitatore con un percorso cronologico, però abbiamo anche raggruppato le opere per iconografia».

Sembra che Maragliano sia stato per Genova colui che ha dato i simboli della fede alla popolazione e ai fedeli della città. Oltretutto, continua Leoncini, «la scultura crea un rapporto immediato tra l’osservatore e l’ opera nelle chiese. Si tratta poi di opere policrome che ancor di più rendono il sacro vero. L’effetto iperrealista dell’immagine fa si che la mostra sia molto scenografica e abbia un impatto emotivo e visivo fortissimo. Lo stesso impatto,che spiega la fama dell’artista in Liguria è utilizzato per rendere il percorso indimenticabile».

Non sono però state stanate tutte le opere, alcune sono rimaste nella collocazione originaria ampliando la mostra a percorso diffuso sul territorio. Per completare il percorso basta entrare nella maggior parte delle chiese di Genova e di tutta la Liguria, ma volendo andare oltre si possono trovare sculture di questo artista anche nell’alessandrino, in Corsica e in Spagna.

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