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Sea Watch, Open Arms e la politica europea nel Mediterraneo

Affollata conferenza stampa ieri a Roma alla presenza dei rappresentanti della Federazione delle chiese evangeliche in Italia

Se la situazione non cambia, in estate in mare non ci sarà nessuno a salvare vite. È questa la denuncia fatta ieri presso l’associazione Stampa estera a Roma nel corso di una conferenza stampa dal titolo “Sea Watch, Open Arms e la politica europea nel Mediterraneo”, alla quale hanno partecipato Christiane Groeben, vice presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), Marco Fornerone, pastore della Chiesa valdese di Roma, Giorgia Linardi, portavoce di Sea Watch Italia, Riccardo Gatti, capo missione di Open Arms, Lucia Gennari dell’Associazione Mediterranea e Luigi Manconi, presidente di “A Buon Diritto”.
Proprio a una imbarcazione della ONG spagnola Open Arms la Capitaneria di porto di Barcellona ha impedito di lasciare il porto per andare nel Mediterraneo centrale. Dunque si fa concreto il rischio che nessuna ONG possa più salvare vite in mare.
Nel frattempo, c’è chi continua a occuparsi di accogliere le persone già arrivate, come i migranti sbarcati dalla Sea Watch e dalla Sea Eye pochi giorni fa.
Christiane Groeben, vicepresidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, ha spiegato che la FCEI e la Diaconia valdese sono pronte «a contribuire, come abbiamo già fatto, nel nostro piccolo. Grazie al progetto dei corridoi umanitari – che ha fatto scuola in tutta Europa – ci sono infatti 1.500 persone che vivono in Italia in posti di ospitalità diffusa».
«Il nostro dovere è accogliere ed essere tra le voci che denunciano le violazioni della dignità umana. Siamo in prima linea – ha concluso Marco Fornerone, pastore della Chiesa Valdese di Roma – insieme alle Ong per salvare e accogliere le persone e riportare la questione su un piano di verità. Proprio 90 anni fa nasceva il Pastore Martin Luther King che diceva: “Nessuna menzogna può vivere per sempre”».

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