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Pregare per l'umanità intera

Un giorno una parola – commento a I Timoteo 2, 1

Ti benedirò finché io viva, e alzerò le mani invocando il tuo nome
Salmo 63, 4​

Esorto dunque, prima di ogni altra cosa, che si facciano suppliche, preghiere, intercessioni, ringraziamenti per tutti gli uomini
 I Timoteo 2, 1

Prima di ogni altra cosa la preghiera! Tanto forte è questa esortazione che la preghiera stessa è qualificata in quattro modi diversi: supplica, preghiera, intercessione, ringraziamento. Ma ciò che è più importante è che la preghiera non è per noi, per la nostra vita «spirituale» personale, per le nostre esigenze fisiche, affettive, economiche ma è per tutti gli uomini. Non per i nostri famigliari, per i nostri amici, per la nostra chiesa, per il nostro popolo, per i cristiani nel mondo, ma per l’umanità intera.

E non è una preghiera generica, ma un rivolgersi a Dio servendoci dei vari modi di contattarlo che conosciamo: la costanza della supplica, l’amore dell’intercessione, la fiducia gioiosa nella sua grazia.

Sorprendente è la richiesta che la preghiera riguardi anche le autorità perché sappiano esercitare il proprio potere in modo saggio e positivo per il popolo che devono amministrare, cosa che è gradita a Dio.

Ma quello cui Dio,nostro Salvatore, tiene ancor di più– e ciò è messo in evidenza due volte – è che tutti giungano alla salvezza e alla conoscenza della verità. Per questo scopo – ci viene ricordato – Gesù ha dato la sua vita.

Ci sembra giusto sottolineare queste cose in un’epoca in cui, per quanto riguarda la preghiera, molte persone la escludono dal loro orizzonte perché poco razionale o perché ritengono inutile «importunare» Dio, assai indaffarato. Del resto c’è spesso nelle nostre chiese, un uso improprio della preghiera, ridotta ad un elenco di richieste egoistiche.

Ancor più giusto rilevare quanto lontani siamo dalla compassione di Dio per tutti gli uomini.Ci siamo assuefatti alla propaganda che definiscenemici i poveri, gli affamati, i fuggiaschi che cercano migliori condizioni di vita, coloro che seguono un’altra religione, che hanno cultura e costumi diversi, altro colore della pelle.

La preghiera cui siamo esortati ci libera dall’autoreferenzialità e ci spinge verso gli altri ed è il primo passo verso l’accoglienza, la giustizia, la pace. 

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