Fcei in Calabria: «Sosteniamo il modello Riace»
07 dicembre 2018
Una delegazione della Federazione delle chiese evangeliche in Italia ha visitato vari progetti di accoglienza in Calabria, incontrando l’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano e visitando la baraccopoli di San Ferdinando
Nei giorni scorsi una delegazione della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei) ha visitato vari progetti di accoglienza in Calabria, alcuni dei quali ospitano beneficiari dei corridoi umanitari. La rappresentanza comprendeva, tra gli altri, il consigliere e tesoriere della Fcei Roberto Mellone; il coordinatore di Mediterranean Hope (Mh), programma rifugiati e migranti della Fcei, Paolo Naso; l’operatore di Mh e disegnatore Francesco Piobbichi. La delegazione è stata accolta e guidata da Tonino Perna, docente all’università di Messina e Reggia, e Mariella De Martino, presidente della International House di Reggio Calabria, associazione che ospita circa 20 beneficiari dei corridoi umanitari.
In particolare, la delegazione ha visitato la cooperativa “Nelson Mandela” di Gioiosa Jonica, anch’essa impegnata in un progetto di accoglienza di profughi giunti in Italia attraverso i corridoi umanitari, e il borgo di Riace. Un incontro specifico è stato dedicato all’ex sindaco Domenico Lucano al quale è stata espressa la piena solidarietà della Fcei e la speranza di potere collaborare fattivamente a nuovi progetti in quello che è diventato il paese simbolo dell’accoglienza in Italia.
Infine, i rappresentanti Fcei hanno visitato la tendopoli di San Ferdinando nei pressi di Rosarno dove, solo pochi giorni fa, ha perso la vita in un incendio Souaro Jaiteh, un ragazzo gambiano di 18 anni.
«È una vergogna mondiale a cielo aperto – ha dichiarato alla fine della visita Roberto Mellone –. Abbiamo constatato una situazione di degrado estremo. Non c’è luce, non c’è acqua, non ci sono servizi igienici per le persone che hanno trovato lì un riparo di fortuna. Tutto questo a pochi metri dal piazzale dove insiste una tendopoli gestita dal governo. L’incontro con gli operatori che cercano di portare conforto in quella situazione limite ci ha raccontato una situazione in cui, chi tenta di lavorare per migliorare le condizioni di vita, spesso trova difficoltà e ostacoli da parte delle istituzioni locali. Credo che anche in quel luogo si riproduca una dinamica alla quale stiamo già assistendo a livello nazionale e cioè una volontà di portare all’estremo la situazione per poter intervenire successivamente con mano libera – ha concluso».