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«Potente, libera e viva»

Verso il XXI Congresso della Federazione giovanile evangelica in Italia, tra bilancio degli ultimi 30 mesi e rinnovo del Consiglio, in vista dei 50 anni della Federazione

«Potente, libera e viva». Con queste tre parole forti il Consiglio della Federazione giovanile evangelica in Italia introduce la sua relazione al prossimo Congresso. Come spiega la segretaria Francesca Litigio ai microfoni di Radio Beckwith evangelica (si può ascoltare l’intervista sulla pagina di Voce delle chiese), la scelta di questi aggettivi è un tentativo di descrivere gli ultimi 30 mesi, racconta, «un mandato che in particolare si è preso cura delle relazioni, sia umane sia tra realtà di chiese; abbiamo avuto eventi come il cinquecentenario della Riforma protestante e i convegni sulla diaconia, in cui abbiamo lavorato con realtà con cui non siamo sempre in contatto. In questo mandato c’era anche la particolare esigenza, dovuta alla realtà socio-politica che viviamo, di ritrovare la Fgei come luogo di aggregazione, spazio sicuro in cui potersi esprimere e poter riflettere e costruire il proprio percorso». 
La «potenzialità» della Fgei, «che è anche una potenza, è di riuscire a mettere in moto le persone, e su questo ci concentreremo durante il Congresso». Per quanto riguarda l’aspetto della libertà, continua Litigio, «il nostro fil rouge in questi 30 mesi è stato il versetto di II Corinzi “dove c’è lo spirito del Signore lì vi è libertà”. Il nostro desiderio è infatti che la Federazione sia uno spazio che si lascia interrogare dall’azione dello Spirito e possa essere sempre luogo di accoglienza, in cui ciascuno si esprima con libertà, nelle proprie differenze. Non è sempre facile, perché all’interno delle nostre chiese ci sono varie dinamiche e problemi, che nascono proprio dalle differenze, ma è nel modo di affrontare questi problemi e vivere le differenze come potenzialità che possiamo dare un contributo importante».

Il Congresso si terrà dalla sera del 6 dicembre al pranzo del 9 al Centro Ecumene di Velletri, una struttura già scelta in altre occasioni per la sua posizione strategica, ma questa volta anche (sottolinea la segretaria) per sostenere Ecumene nella difficile situazione economica che sta vivendo (qui alcuni dettagli).
Sarà un momento di bilancio, in cui il Consiglio (formato, oltre che dalla segretaria, da Anita Efia Nipah, Annapaola Carbonatto, David Trangoni, Lucia Casaburo, Marzia Scuderi e Simone De Giuseppe) presenterà l’attività, a livello locale e all’estero, rispetto al mandato ricevuto, ma anche di progettazione.
Dai lavori del Congresso infatti emergeranno le prospettive future della Fgei e il mandato del prossimo Consiglio, attraverso le mozioni che nasceranno da laboratori su alcuni ambiti in cui la Federazione è impegnata (esteri, ecumenismo, comunicazione). Ci saranno anche laboratori su macrotemi (società, relazioni, l’idea stessa di Federazione) e «un laboratorio sulle emozioni e su come la fede e le emozioni ci mettono in gioco», spiega ancora Litigio. «La serata di venerdì sarà dedicata a Mediterranean Hope, l’operatore Alberto Mallardo ci proporrà una modalità interattiva di pensare alla nostra vita di credenti nella società».

L’aspetto di bilancio sarà particolarmente significativo, considerando che nel 2019 ricorre il cinquantenario della Fgei; a fianco della campagna iscrizioni, anticipa Litigio, sarà lanciata una iniziativa per coinvolgere quanti hanno partecipato alla Fgei nel corso degli anni.
Ma si tratta anche di fare un bilancio per la stessa segretaria, che concluderà un periodo di otto anni nel Consiglio. Guardando in particolare agli ultimi 30 mesi di lavoro, a fianco di nuove generazioni di “fgeini”, Francesca osserva che «la Fgei continua a essere uno spazio particolarmente importante nella vita delle nostre chiese, perché capace di lasciarsi trasformare pur rimanendo salda ad alcuni principi che ne costituiscono l’identità, di essere un luogo creato e vissuto dai giovani, ciò la rende attiva e viva», terza parola chiave della relazione.
Nell’ultimo incontro del Consiglio, la segretaria uscente ha voluto lasciare tre parole chiave “personali”: «trasformazione, lascito e gioia: la gioia di questo tempo di lavoro e impegno, in cui tanto ho imparato e porterò dentro di me, la capacità della Federazione di ricevere lasciti dalle generazioni che ne hanno fatto parte e saperli fare propri e rielaborare, e infine la capacità di trasformare la vita delle persone che ne hanno fatto parte, il loro modo di stare al mondo e relazionarsi con gli altri. Per questo invito i più giovani a farne parte, perché ne vale la pena!».

Per informazioni logistiche e sui costi (sono disponibili delle borse campo), si può scrivere alla mail [email protected] o leggere qui.

Photo: Agape, campo teologico internazionale 2018 (via Facebook)

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