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Kenya. Cec-Eaa: «L’Hiv e la tubercolosi, un dramma di vaste proporzioni»

Lo scorso 20 novembre oltre 300 giovani insieme ai leader religiosi hanno marciato per le strade di Nairobi mostrando cartelli per chiedere il benessere di tutti i bambini

A Nairobi i leader religiosi insieme a bambini e adolescenti e alle loro famiglie si sono uniti per celebrare la Giornata mondiale dei bambini per ricordare che oggi c’è una battaglia da vincere contro l’Hiv e la tubercolosi.

L’Ecumenical Advocacy Alliance (Eaa) del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) e la Rete interconfessionale di leader religiosi che opera in Kenya insieme al Programma di aiuto per l’Aids del Cec, hanno promosso una serie di eventi dal 19 al 20 novembre con lo scopo di riunire leader religiosi, rappresentanti del governo e della società civile a difesa dei diritti dei bambini e per favorire la pratica dei test Hiv e il diritto alle cure per la tubercolosi, una piaga sociale di grandi dimensioni al pari di quella dell’Aids.

I giovani, nell’occasione, hanno avuto modo «di parlare liberamente e in modo commovente, di raccontare le loro esperienze di convivenza con il virus dell’Hiv e con la tubercolosi – ha rilevato Francesca Merico, la coordinatrice della campagna Hiv del Cec-Eaa –, molti di loro hanno letto i pensieri scritti dedicati alla First Lady del Kenya, Margaret Kenyatta, ai ministri del governo e ai leader religiosi, chiedendo loro di agire su questioni più che mai urgenti quali le cure e la prevenzione, e di combattere lo stigma sociale e culturale legato all’Hiv e alla tubercolosi».

In occasione degli incontri sono poi state «concordate una serie di azione che dovranno essere attuate dalle comunità di fede per fronteggiare le sfida in atto e per garantire a bambini e adolescenti un più facile accesso alle cure e alla prevenzione attraverso i test».

I leader religiosi devono anche dare l’esempio «siamo la spina dorsale della società e dobbiamo aiutare le persone e responsabilizzare i bambini dicendo loro di avere cura di se stessi – ha rilevato l’Imam Yusuf Abuhamza, membro del Consiglio Supremo dei musulmani del Kenya in occasione di un seminario, dedicato a oltre 100 leader religiosi, dove i giovani e i bambini erano al centro dell’incontro –. Se informati, i bambini possono dirigere la loro vita in modo diverso e migliore», ha concluso l’Imam.

Il Kenya conta 1,6 milioni di persone che convivono con il virus dell’Hiv. Nel solo 2017 erano 110.000 i bambini che l’hanno contratto rendendo il Kenya uno dei sei paesi «ad alto rischio» Hiv in Africa. Dall’inizio dell’epidemia cinque milioni di bambini di età compresa tra gli 0 e i 14 anni sono morti a causa di malattie legate all’Aids; il 91% di loro dell’Africa Sub-Sahariana, tutti casi che sarebbero sati facilmente prevenibili. Allo stesso tempo nel 2017, 1 milione di bambini hanno contratto la tubercolosi e si sono contati 40.000 morti; e tra questi molti per co-infezione da Hiv e tubercolosi.

Per questo motivo lo scorso 20 novembre oltre 300 giovani e leader religiosi hanno marciato per le strade di Nairobi con cartelli e slogan per chiedere al governo di garantire il benessere di tutti i bambini. I leader religiosi hanno anche condiviso riflessioni e preghiere e offerto test gratuiti in strada per l’Hiv e la Tbc.

«Il Cec-Eaa ha deciso di mobilitarsi e di creare nuove opportunità di lavoro e di scambio tra leader religiosi per aiutare i bambini sia nei luoghi di culto che nelle nostre scuole, e per chiedere alle aziende governative e farmaceutiche di facilitare l’accesso ai test e alle terapie pediatriche», ha concluso Francesca Merico.