Amare Dio e il prossimo
07 novembre 2018
Un giorno una parola - Commento a I Giovanni 5, 3
Dio mio, desidero fare la tua volontà, la tua legge è dentro il mio cuore
Salmo 40, 8
Perché questo è l’amore di Dio: che osserviamo i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi
I Giovanni 5, 3
Credo che oggi vi sia l’urgenza di ricordare il comandamento di Dio per il popolo dei credenti: amare Dio Padre in Gesù Cristo e amare i fratelli/sorelle. Il cerchio dell’amore, già sottolineato più volte nella Bibbia e ripreso qui in questa antica lettera per la chiesa primitiva, deve oggi trovare attuazione nella quotidianità del vivere cristiano. Non è posto come priorità una fede da trasportare i monti, né una speranza che costruisce pace per il futuro, ma l’amore che è da Dio e diviene possibile nella obbedienza alla sua volontà.
Detto questo, sottolineata l’urgenza dell’amore come prassi vitale, ricordata l’autorità della Parola di Dio, che risposta può essere data? Una risposta molto difficile per la nostra umanità cristiana occidentale la quale, invece di operare nell’amore, uccide sia Dio sia il fratello! Cioè ha eliminato il comandamento di Dio pur di avere libertà in un mondo adulto, ricco di potenza e di conquiste.
Da un lato filosofico Dio è morto e in questa nuova condizione non vi è più necessità di ricercare pace nella sua Parola di vita. Da un altro lato il prossimo, fratello e sorella con noi, è morto perché non vi è più accoglienza dello straniero, giustizia sociale, difesa dell’orfano e della vedova. Viviamo nella supremazia dell’arroganza. Quale sarà il domani?
L’antica lettera biblica vuole farci ritornare nella via della vita e liberarci dal potere dei forti per renderci nuovamente liberi di amare il nostro Signore Gesù e amare i nostri fratelli e sorelle, nella edificazione di una casa vittoriosa durante le tempeste della malvagità odierna.