Pluralismo e libertà religiosa. Giulietti: "Il Manifesto di Assisi plaude la "Mozione Bernardini""
08 ottobre 2018
Al seminario di Assisi «Le parole non sono pietre»: hanno preso parte giornalisti, operatori della comunicazione, sociali e culturali, per promuovere e migliorare la «Carta di Assisi»
L’uso delle parole per costruire ponti e non muri. Il bavaglio ai giornalisti in Turchia. Il ricordo di Daphne Caruana Galizia (uccisa il 16 ottobre 2017 da una bomba messa nella sua automobile), sono alcuni temi affrontati sabato scorso ad Assisi, al seminario «Le parole non sono pietre» e al quale hanno preso parte giornalisti, operatori della comunicazione, sociali e culturali, insieme a tante e tanti giovani.
Una giornata di riflessione dedicata al «Manifesto d’Assisi»: il decalogo delle buone pratiche della comunicazione e del giornalismo, utile strumento per la costruzione di una società inclusiva e rispettosa dei principi costituzionali alla base dell’ordinamento democratico.
Un incontro che si è voluto aprire rendendo omaggio ai sei giornalisti turchi per i quali la corte d’Appello di Ankara ha di recente confermato la condanna all’ergastolo inflitta con l’accusa di far parte della rete di Fethullah Gulen, l’Imam miliardario residente negli Usa e ritenuto la mente del golpe fallito il 15 luglio 2016. Per farlo sono stati mostrati dei cartelli con i volti dei giornalisti incarcerati e sono state proiettate le video testimonianze inedite dei colleghi turchi e raccolte dalla giornalista Antonella Napoli.
Giuseppe Giulietti, presidente della Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi) ha poi illustrato i contenuti e il senso della «Carta di Assisi», manifesto delle buone pratiche promosso da Articolo 21 e dal Sacro Convento di Assisi, insieme alla Federazione nazionale della Stampa italiana, l’Usigrai, l’Ordine dei giornalisti e dalla Tavola della Pace.
Un «Manifesto» che segue una proposta avanzata nel 2015 (quella di far nascere una «Carta d’Assisi per un uso corretto delle parole in tema di pluralismo religioso») dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei) e della Tavola valdese in occasione del Terzo incontro del «Tavolo interreligioso per l’integrazione» tenutosi proprio presso la Sala stampa del convento di Assisi (PG) il 18 e 19 maggio; un Tavolo allora presieduto dall’on. Franca Biondelli, sottosegretario al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, con delega all’integrazione.
«Un’alleanza – ha osservato Giulietti, al termine dell’incontro –, fra quanti credono nell’accoglienza e nei principi della Costituzione».
«Un Manifesto assolutamente opportuno – ricordava proprio la scorsa settimana in un’intervista su Riforma.it il moderatore della Tavola valdese, pastore Eugenio Bernardini –. Abbiamo visto in questi ultimi mesi quanto la “buona” o la “cattiva” informazione siano in grado di orientare l’opinione pubblica. Un manifesto importante – proseguiva Bernardini – che tocca molti temi oggi imprescindibili e dà voce a chi è preoccupato e intende contrastare la deriva politica e sociale che sta imbarbarendo e impoverendo il nostro paese».
Ricordando tuttavia, che sarebbe stato necessario inserire nella «Carta» almeno un accenno a un tema dirimente, quello «della corretta informazione religiosa, per porre fine alle troppe parole di odio che stanno contaminando il dibattito politico e “culturale” di questi ultimi anni, per far conoscere il pluralismo religioso e sensibilizzare l’opinione pubblica». Perché i fenomeni d’intolleranza sempre più frequenti, come l’odio di stampo religioso ed etnico, «se non monitorati e affrontati seriamente – concludeva Bernardini –, continueranno a essere esibiti, o peggio perpetrati, in ogni ambito pubblico: dagli stadi italiani, alle scuole, alle pagine dei giornali, agli spazi pubblici, al web».
Una mozione «Accolta con convinzione dal gruppo di lavoro guidato da Roberto Natale, (coordinatore del comitato scientifico di Articolo 21, ndr) che sta lavorando all’aggiornamento del manifesto» ha detto Giulietti.
Raffaele Lorusso, segretario della Fnsi, ha ricordato alcuni giornalisti «che hanno dato la vita per la ricerca della verità e sulle cui vicende non è ancora stata fatta chiarezza, da Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, ad Andrea Rocchelli, da Jan Kuciak a Daphne Caruana Galizia, al ricercatore Giulio Regeni».
Il segretario del sindacato dei giornalisti Rai (Usigrai), Vittorio Di Trapani ha colto l’occasione per lanciare un appello all’azienda del servizio pubblico affinché dedichi la giornata del 16 ottobre a Daphne Caruana Galizia nella ricerca di verità e giustizia, per lei, e per coloro che ancora si battono per avere giustizia, questo, mentre giungeva la notizia della morte di un’altra giornalista bulgara, la trentenne Viktoria Marinova, stuprata e uccisa con un colpo alla testa.
«È ora di passare dall’indignazione all’azione» ha chiosato Giulietti al termine dell’incontro, «La Carta di Assisi sarà uno strumento utile non solo per i giornalisti, per chiunque operi nella comunicazione».