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Contenuti limitativi e gravemente lesivi dei diritti umani

La Chiesa Evangelica Luterana in Italia, manifesta preoccupazione per i contenuti del decreto legge Salvini del 24 settembre 2018 e dichiara di continuare nel proprio impegno dando accoglienza, supporto sociale e assistenza legale ai migranti

La Chiesa Evangelica Luterana in Italia, Celi, è impegnata a livello nazionale e locale in numerosi progetti di accoglienza e supporto sociale in favore dei migranti. Uno di questi è il progetto “Dublinati”, in cooperazione con la Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, Fcei, che si occupa dei migranti rimandati in Italia sulla base del Regolamento di Dublino. La Responsabile della Diaconia, avvocato Daniela Barbuscia, esprime la propria preoccupazione, condivisa dal Concistorio della Celi, per i contenuti limitativi e gravemente lesivi dei diritti umani espressi nel Decreto legge Salvini del 24.09.2018. 

In particolare, scrive Barbuscia, il decreto prevede:

1)           La sostanziale abolizione della protezione umanitaria e quindi la negazione del permesso di soggiorno per motivi umanitari;

2)           La riforma dello SPRAR (Sistema di protezione dei richiedenti asilo e rifugiati).

In sostanza costringerà i richiedenti asilo a essere destinati nei centri di identificazione che, per la natura stessa della struttura, sono luoghi in cui si verificheranno problemi. Strutture chiuse, di tipo carcerario, frequentate da centinaia di persone vulnerabili in un momento in cui avrebbero bisogno di supporto e sostegno. Nutriamo forti preoccupazioni perché, con questa impostazione, si potenzia un modello che darà parecchi problemi sul territorio.

Fiduciosi che il Decreto legge possa non essere convertito in legge dal Parlamento, continuiamo nel nostro impegno nel sostegno. Questo perché, come cristiani che credono che la propria mission sia seguire le orme di Gesù, riteniamo illuminante il testo contenuto nel capitolo 25,35 del Vangelo di Matteo: “Ero straniero e mi avete accolto”.

Non è solo un dovere cristiano accogliere e facilitare l’integrazione dei richiedenti asilo, ma è un principio morale inderogabile.

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