Cercare il bene dei nostri nemici
02 ottobre 2018
Un giorno una parola – commento a Matteo 5, 25
Se uno incontra il suo nemico, lascia forse che se ne vada in pace? Ti renda dunque il Signore il contraccambio del bene che mi hai fatto oggi!
I Samuele 24, 20
Fa’ presto amichevole accordo con il tuo avversario mentre sei ancora per via con lui, affinché il tuo avversario non ti consegni in mano al giudice e il giudice in mano alle guardie, e tu non venga messo in prigione
Matteo 5, 25
«Amate i vostri nemici» è sicuramente una delle affermazioni più caratteristiche del cristianesimo e forse può lasciarci perplessi il versetto del libro di Samuele. Ma siamo certi di sapere cosa significa davvero l’invito ad amare i nemici?
Vuol dire che devo esser pronto a stringere la mano a chi invece vorrei solo spaccare la faccia?
Vuol dire essere buoni e ossequiosi con tutti, subire sommessamente attendendo il premio celeste sperando, nel frattempo, che Dio faccia giustizia?
Non di rado è questa l’interpretazione che diamo a questa parola di Gesù.
E se ci sbagliassimo?
Pochi versetti prima della famosa affermazione c’è il versetto che il lezionario ci presenta quest’oggi, nel quale Gesù suggerisce di trovare un amichevole accordo con il nostro avversario.
Si tratta, evidentemente, di un consiglio pratico. Non aspettare di arrivare davanti al tribunale, cerca piuttosto un accordo con il tuo avversario. Sembra che Gesù voglia suggerire di non restare eternamente in conflitto ma di cercare piuttosto il bene comune, di andare l’uno incontro all’esigenza dell’altro così da giungere a una risoluzione del conflitto. Che cos’è meglio, vincere su un avversario, oppure trovare un accordo che renda l’avversario un amico?
Mi domando se questo suggerimento non possa aiutarci a comprendere meglio l’atteggiamento che Gesù chiede di avere nei confronti dei nemici. Non credo che amare il proprio nemico significhi provare per lui l’affetto che si prova per un vecchio amico, ma piuttosto di trattarlo come se lo amassimo, avere nei sui confronti lo stesso atteggiamento che avremmo con le persone che ci sono care.
Non subire sommessamente, ma cercare il bene dei nostri avversari, non è forse un modo per disarmarli? Sì! È un disarmo pacifico che trasforma il nemico in amico. Vincere su un avversario può sicuramente darci soddisfazione, ma non cambia le cose, non trasforma il mondo. Trasformare il nemico in amico, invece, ci permette di raccontare segni concreti del Regno di Dio.