Naso (Fcei) sul decreto Salvini: meno tutele e meno integrazione
27 settembre 2018
Il coordinatore di Mediterranean Hope – programma rifugiati e migranti della Federazione delle chiese evangeliche in Italia condivide la preoccupazione del Tavolo Asilo che ritiene che le misure proposte abbiano già dimostrato di essere inefficaci oltre che ingiuste
«Contro il decreto Salvini si sono levate già molte critiche, da parte evangelica oltre che dai vertici della Conferenza episcopale italiana (Cei). Ora si aggiunge il testo di associazioni del Tavolo Asilo*, che raccoglie i principali protagonisti di quell’azione diffusa di accoglienza e integrazione che in questi anni ha consentito all’Italia di affrontare con dignità ed efficienza la questione delle migrazioni». Questo ha dichiarato Paolo Naso, coordinatore di Mediterranean Hope – programma rifugiati e migranti (MH) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei).
Naso ha sottolineato che le misure messe in campo dal governo avranno il risultato di offrire «meno tutele e meno integrazione. Ma più irregolarità. Il provvedimento governativo sbaglia totalmente bersaglio perché invece di rafforzare le tutele giuridiche che promuovono l’integrazione, tratta i richiedenti asilo come dei criminali a cui sottrarre la libertà».
Dopo l’intervento di lunedì scorso di Luca Maria Negro, presidente della Fcei, e di Giovanni Comba, presidente della Diaconia valdese (Csd), Naso ha ribadito che «come chiese evangeliche, continueremo a fare accoglienza e a promuovere quei programmi di integrazione che in questi anni hanno consentito a migliaia di persone di riappropriarsi della loro dignità».
Le associazioni del Tavolo Asilo* di cui fa parte anche la Fcei, si sono riunite per analizzare il decreto Salvini approvato dal Consiglio dei Ministri, e hanno espresso preoccupazione per i contenuti del provvedimento proposto dal Governo.
Le associazioni si sono soffermate sul testo e hanno evidenziato alcune questioni, dall’abrogazione del titolo di soggiorno al ridimensionamento degli SPRAR (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati).
«L’abrogazione del titolo di soggiorno per motivi umanitari – si legge nel comunicato diramato dopo la riunione – rischia di produrre effetti molto negativi sul territorio e sul Paese, riducendo in modo significativo l’accesso al diritto d’asilo e generando nuova irregolarità. È incomprensibile la scelta di ridurre sostanzialmente il sistema d’accoglienza pubblico SPRAR, che è l’unico a garantire i percorsi di inclusione sociale con il protagonismo degli enti locali e una piena trasparenza nella gestione dei fondi».
Il Tavolo Asilo rileva che i provvedimenti contenuti nel decreto, «come l’allungamento della detenzione amministrativa in attesa dell’espulsione, a cui si aggiunge l’introduzione del trattenimento nella fase di primo arrivo», sono una riproposizione di misure già viste in passato che «hanno già dimostrato di essere inefficaci oltre che ingiuste».
Le associazioni ritengono inoltre che il decreto contenga «profili di violazione della Costituzione, della normativa internazionale e di quella dell’Unione Europea» e che sia necessario un «intervento correttivo nelle sedi opportune» e chiedono «di poter intervenire, attraverso le audizioni parlamentari, al processo legislativo per dare il contributo come enti che ogni giorno sul territorio si occupano di tutela del diritto d’asilo e di accoglienza».
*A Buon Diritto, ACLI, ActionAid, Amnesty International Italia, ARCI, ASGI, Caritas Italiana, FOCUS Casa dei Diritti Sociali, Centro Astalli, CIR, Comunità di S.Egidio, CNCA, Emergency, Médecins du Monde Missione Italia, Mediterranean Hope (FCEI), Medici per i diritti umani, Oxfam Italia, Senza Confine, del Tavolo Asilo Nazionale.