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L’Italia vive un’emergenza razzismo?

Luigi Manconi, direttore dell’Unar, Ufficio Nazionale antidiscriminazioni razziali, spiega che «più preoccupante degli episodi di razzismo è la crescita della xenofobia»

Durante la campagna elettorale della scorsa primavera, quella che portò l’Italia alle elezioni politiche del 4 marzo, a più riprese si era parlato di una potenziale emergenza razzismo. In particolare l’attentato di Macerata contro alcuni cittadini stranieri a opera del neofascista Luca Traini sembrò essere lo specchio di un problema pronto a esplodere. Tuttavia, il dibattito non si è mai spinto oltre quel livello, perché ogni episodio violento è stato a più riprese negato, ridotto a “goliardata” o giustificato da differenti soggetti politici. Luigi Manconi, direttore dell’Unar, Ufficio Nazionale antidiscriminazioni razziali, spiega che «non credo che oggi in Italia il razzismo sia un fenomeno particolarmente abnorme. Penso che ci sia eccome, penso che sia in crescita eccome, ma un errore letale sarebbe confondere ciò che dobbiamo chiamare xenofobia col razzismo». «La xenofobia è un tratto permanente della storia umana», aggiunge Manconi, ma «non è necessariamente razzismo e nemmeno è destinata a diventare fatalmente e rapidamente razzismo».

 

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