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Il canzoniere dei cadetti del ‘69

La politica, la fede e la musica per celebrare il percorso dal 1968 al 2018 nelle chiese

Durante la festa del XV agosto, ospitata dalla chiesa di San Secondo, si è ragionato sul rapporto tra le chiese e la politica che 50 anni fa è entrata in ogni ambito della vita delle comunità. È già passato mezzo secolo, infatti, dal 1968. Uno dei luoghi in cui la politica è entrata con più forza, stimolando dibattiti e attività, è Agape Centro Ecumenico.

Ancora oggi i temi che si sviluppano durante i campi dedicati ad adolescenti e adulti che si svolgono durante tutto l’anno nel Centro in borgata Agape, a Prali, non mancano mai di portare l’attualità e i temi più urgenti come oggetto di confronto. Un fenomeno sociale così coinvolgente, come poteva essere quello del ‘68, non poteva non influenzare profondamente l’andamento delle attività agapine, e infatti il campo Cadetti del 1969 ha risposto al clima italiano del tempo indirizzando le proprie attività in modo molto specifico: cantando.

Paolo Corsani, ex cadetto del campo del ‘69, racconta che «al clima politico abbiamo risposto cantando, ma il canto non era avulso dalla realtà. Se si va a vedere la scelta dei brani si capisce quanto l’attività fosse radicata nella storia di quel periodo: troviamo la guerra del Vietnam, c’è un canto spagnolo che incita allo sciopero i lavoratori e la presentazione del brano ricorda ancora la presenza del regime franchista». I cadetti di allora hanno raccolto una serie di canzoni di tutto il mondo, tra il repertorio di protesta e canti di fede, li hanno tradotti, arrangiati e trascritti in un canzoniere di circa 15 brani. Continua Corsani: «Alla fine del primo campo del ‘69 si era ipotizzato di fare uno spettacolo ad Agape che invece si fece nel tempio di Prali, poi ne seguì un altro a Pomaretto. A settembre abbiamo cantato in coda a un altro campo, quello dedicato a cinema e fede, dopodiché abbiamo fatto una mini tournée di cinque giorni nelle valli, durante la quale sono state coinvolte alcune comunità tra cui Pinerolo, Torre Pellice e Torino. L’anno successivo lo spettacolo è stato portato anche a Como e Milano. È stata un’esperienza interessante anche dal punto di vista del coinvolgimento delle chiese e vorrei ricordare che a parte i canti di protesta, gli adattamenti in italiano di alcuni spiritual e canti di fede sono adesso molto conosciuti e utilizzati dalle chiese. In qualche modo abbiamo dato un contributo alla crescita musicale delle comunità».

E così, quasi cinquant’anni dopo, il canzoniere di Agape è stato cantato durante la giornata del XV agosto del 2018: alcuni di quei cadetti si sono ritrovati sul palco a cantare insieme. «Ci siamo ritrovati in una quindicina tra ex cadetti e cadette, che vivono ancora in zona» continua Corsani, «ci ha fatto molto piacere incontrarci di nuovo e fare le prove insieme. Riproponiamo questi canti sperando che possano essere ancora condivisi con chi ci ascolta».

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