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Dio ci affida a Gesù

Un giorno una parola – commento a Giovanni 6, 37

«Tornate, o figli traviati», dice il Signore, «poiché io sono il vostro Signore; vi prenderò, uno da una città, due da una famiglia, e vi condurrò a Sion»
Geremia 3, 14

Colui che viene a me non lo caccerò fuori
Giovanni 6, 37

Gesù afferma di non cacciare nessuno fuori dalla sua presenza, di non cacciare nessuno lontano dal suo amore. Questa affermazione è preceduta, nella prima parte dello stesso versetto, da un’altra che la spiega e la chiarisce: «Tutti quelli che il Padre mi dà verranno a me». «Andare a Gesù», che nel vangelo di Giovanni è spesso sinonimo di credere in Gesù, non è una scelta nostra, è una scelta di Dio che – secondo il particolare linguaggio di Giovanni – ci dà a Gesù.

Dio ci affida a Gesù, ci dona a lui. E Gesù ci assicura che non sarà lui a mandarci via, ad allontanarci da sé.

È invece non solo possibile, ma probabile, che noi ci allontaniamo da lui. La testimonianza biblica – Antico e Nuovo Testamento – è tutta un racconto di continui nostri allontanamenti da Dio e continui tentativi di Dio di riprenderci e di riportarci a sé.

Quando ci allontaniamo, Dio viene a riprenderci e ci ri-dà a Gesù che non ci caccia, non condanna il nostro esserci allontanati, ma ci riaccoglie. Questa parola di Gesù è dunque una promessa di fedeltà di Dio stesso verso di noi: ogni volta che ci perdiamo, egli viene a cercarci e ci riporta a lui, come Gesù stesso descrive in modo chiaro e insuperabile nella parabola del pastore che va a cercare la pecora smarrita (Luca 15, 1-7).

Non attende soltanto il nostro ritorno, ma viene a cercarci laddove siamo andati a finire e non lascerà che rimaniamo «fuori» dal suo amore e lontani dalla sua misericordia. Viene a cercarci per riportarci a Gesù e con lui riprendere il cammino del discepolato.

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