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Oggi 3 luglio nuovi arrivi dal Libano con i corridoi umanitari

Sbarcati a Fiumicino altri 33 siriani e iracheni. La Federazione delle chiese evangeliche in Italia prosegue il suo impegno anche in mare con la Ong Proactiva Open Arms. Paolo Naso (Fcei): «Nonostante tutto, esistono un'Italia e un'Europa della solidarietà»

Atterrati a Roma questa mattina, provenienti dal Libano, dove vivevano da anni in condizioni disperate, diverse famiglie di siriani e iracheni in fuga dalla guerra. 33 in tutto i beneficiari di questo viaggio di sola andata, che da Beirut li porterà in diverse regioni d’Italia.

Prosegue, dunque, il progetto ecumenico dei “corridoi umanitari” – un altro gruppo era arrivato la scorsa settimana – co-promosso da Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), Tavola valdese, Comunità di Sant’Egidio, in accordo con i ministeri dell’Interno e degli Esteri.

Roma, Torino, Luserna San Giovanni (TO), Trento, Firenze e Piacenza questa volta le destinazioni delle famiglie, ma anche di alcuni giovani profughi singoli, che guardano ad una nuova vita, grazie alla generosità e la dedizione di tanti italiani. Sicurezza, accoglienza e percorsi di integrazione sono offerti sia da enti protestanti, tra cui la Diaconia valdese, sia dalla Comunità Sant’Egidio.

La Federazione delle chiese evangeliche in Italia, inoltre, è attiva sul fronte del soccorso in mare, in particolare con la Ong spagnola Proactiva Open Arms, in viaggio verso Barcellona, dove nelle prossime ore sono attesi 59 naufraghi attualmente a bordo del rimorchiatore. Né Malta, né l’Italia hanno garantito l’attracco in un porto sicuro.

«Nonostante tutto, esistono un’Italia e un’Europa della solidarietà e dell’accoglienza che meritano più attenzione e rispetto – dice Paolo Naso, coordinatore di Mediterranean Hope, Programma rifugiati e migranti della Fcei –. Mentre da Bruxelles arrivano proposte deboli e contraddittorie, la proposta e la buona pratica dei corridoi umanitari fanno la loro strada in Italia e all’estero. Auspichiamo che si allarghi e si consolidi, e non solo per ragioni umanitarie. Anche per tenere fede a principi e valori alla base di un progetto europeo di solidarietà che oggi sembra, se non cancellato, criticato e accantonato da coloro che dovrebbero affermarlo e vitalizzarlo».

Dall’inizio del progetto ecumenico dei “corridoi umanitari” – il primo arrivo risale a febbraio 2016 – sono giunte in Italia dal Libano 1249 persone, di cui 447 minori. La stragrande maggioranza ha ottenuto lo status di rifugiato, pochi altri hanno altre forme di protezione internazionale. Ad oggi sono 308 coloro che hanno raggiunto la piena e completa autonomia.

Progetti analoghi sono stati lanciati in via sperimentale anche in Francia e Belgio. Un ulteriore progetto esiste dall’Etiopia verso l’Italia promosso da diversi enti cattolici.

Rivedi qui l’ultima puntata di “Protestantesimo-Raidue” dal titolo “Il futuro dell’accoglienza”, interamente dedicata ai corridoi umanitari e all’impegno della Federazione delle chiese evangeliche in Italia con la Procativa Open Arms.

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