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Cantare a Dio un canto nuovo

Un giorno una parola – commento a Salmo 98, 1

Cantate al Signore un cantico nuovo, perch’egli ha operato prodigi
Salmo 98, 1

Cantando e salmeggiando con il vostro cuore al Signore
Efesini 5, 19

 

A parte rare eccezioni, a tutti noi piace cantare, perché il canto sgorga dalla nostra bocca e dal nostro cuore permettendoci di esternare i nostri sentimenti in modo immediato e spontaneo. Ho visto persone cantare (anche in modo un po’ stonato) solo perché si sentivano felici e lo dimostravano in quel modo. Qui la Bibbia ci invita a cantare per rendere grazie al Signore per i prodigi che egli ha compiuto. Quali prodigi? Guardiamoci intorno: è vero che abbiamo modo di osservare tante storture e tanti problemi nel nostro mondo, ma non possiamo non accorgerci anche di tante cose belle, spesso piccole e nascoste ma significative, che ci dona il Signore.

Certo, dobbiamo avere la giusta sensibilità per riconoscere i segni dei prodigi di Dio nel nostro mondo, ma se facciamo bene attenzione, essi ci saranno evidenti: non solo nella perfezione della creazione, che talvolta non riusciamo a scorgere perché l’abbiamo deturpata, ma anche in tanti gesti di amore, di perdono, di amicizia che riceviamo o di cui siamo semplicemente spettatori. Solo se sapremo accorgerci dell’opera di Dio nel nostro mondo, sentiremo l’esigenza di rendergli gloria col canto della nostra voce e del nostro cuore riconoscente. E sarà un cantico nuovo, cioè un canto ogni giorno rinnovato, un canto che prenderà il nome della gratitudine al Signore per quel segno del suo regno che avremo avuto modo di percepire quel giorno, un canto che esprimerà la nostra fiducia nelle promesse di Dio e la nostra speranza sul fatto che il nostro futuro e quello del mondo è nelle mani del Signore e che sarà sua l’ultima parola sulla nostra esistenza e sul creato intero.

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