Ritornare a Dio
04 maggio 2018
Un giorno una parola – commento a Gioele 2, 13
Il Signore è misericordioso e pietoso, lento all’ira e pieno di bontà, e si pente del male che manda
Gioele 2, 13
Siate misericordiosi come è misericordioso il Padre vostro
Luca 6, 36
La Chiesa può trarre ispirazione dalla comunità del profeta Gioele, che si raccoglie nel culto per riflettere e pregare in tempo di crisi, identificando le situazioni e gli eventi che minacciano la comunità di fede e quella più vasta: disoccupazione, disastri ambientali, degrado del territorio, attacchi terroristici, conflitti, infiltrazione della malavita.
Possiamo riorientare le nostre priorità, reindirizzare la nostra vita, riprendere la strada che seguivamo prima di esserci persi: la conversione è possibile perché il Signore è misericordioso e pietoso. Forse non siamo abituati, come gli antichi, ad attribuire a Dio la causa degli incidenti di percorso, le disgrazie e le calamità – come qui l’invasione delle locuste, descritte con immagini di guerra e di sconvolgimenti naturali, che annunciano il terribile «Giorno del Signore». Forse non pensiamo di essere puniti per il peccato; ma le dure circostanze possono spingerci all’indifferenza e al fatalismo, che sono i volti della disperazione, quando non sappiamo più a chi rivolgerci.
Allora il Signore stesso ci esorta a ritornare, stracciandoci il cuore e non le vesti, cioè portando noi stessi davanti a lui e non gli atti e i riti propiziatori della religione e delle frasi fatte. Volgendoci a Dio, gli riconosciamo la libertà di essere misericordioso, di non giudicarci. Il profeta Gioele modella una risposta di fede all’incertezza, alla paura e al caos che ci circonda, raccoglie una comunità attorno alla speranza: «Nondimeno, anche adesso, dice il Signore, tornate a me con tutto il vostro cuore» (v. 12).
Al pentimento del popolo, suscitato dalla libertà della grazia di Dio, corrisponderà il pentimento di Dio; anche Dio invertirà la sua rotta per benedire. La domanda beffarda dei popoli: «Dov’è il loro Dio?» (v. 17) non procede dalla fede. Ma noi restiamo in attesa della presenza di Dio che turba e non solo consola, sapendo che la misericordia presenta talvolta il volto severo di Dio.
La speranza non è presunzione: «Può darsi che egli torni e si penta» (v. 14)