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La parola efficace di Dio

Un giorno una parola – commento a Ebrei 4, 12

Il Signore giudica i popoli
Salmo 7, 8

La parola di Dio giudica i sentimenti e i pensieri del cuore
Ebrei 4, 12

 

Se Dio ha parlato inequivocabilmente dal cielo per mezzo del Figlio, sarebbe pericoloso immaginare di poter ricevere questa parola con leggerezza o indifferenza. Essa è viva, non è una semplice registrazione dei grandi eventi del passato o un discorso su Dio e sull’etica. Qualsiasi momento ordinario diventa sotto la parola un tempo di crisi e decisione. «Oggi» (4, 7) ci dà il contesto dell’ascolto.

Dio ci parla questo stesso giorno, per rinnovare il suo appello, per estendere le sue promesse, per ripetere i suoi ammonimenti. La parola non vive soltanto, ma agisce. È parola efficace e per sempre attinente, e per questo, non la si può attualizzare, ma soltanto annunciare. La sua attività è tale che non può tornare a vuoto, deve realizzare i suoi propositi sovrani. La parola è energica, come spada affilata e a doppia lama penetra nei recessi più remoti del nostro essere spirituale e porta in luce i motivi profondi del subconscio. Attraverso la parola, Dio penetra il nostro cuore duro e testardo, per toccare i pensieri e i motivi che soggiacciono alla pietà esteriore e alle formule acquisite.

La conversione è un cambiamento di prospettiva sulla realtà, a partire dalla mente, è una trasformazione ed un’inversione di marcia che soltanto questa parola affilata può effettuare. Nulla si nasconde al suo scrutinio. La parola di Dio, che attraversando le nostre molte illusioni e false certezze, raggiunge il luogo interiore della desolazione e quell’abisso senza fondo che è in tutti noi, dove tacciono le voci consolatrici e la chiacchiera, come laser sembra distruggerci nella sua luce consumante, e invece guarisce e porta vita, crea le premesse della riconciliazione con me stesso, gli altri, ma soprattutto con Dio.

Questa parola eterna di Dio ci giunge solo nella forma e sostanza umana del Figlio, al quale è stato affidato il giudizio, ma che pure non giudica nessuno (Giovanni 5, 27 e 8, 13). Siamo chiamati ad ascoltare, credere, obbedire e annunciare questa parola di vita abbondante, sapendo che la parola che divide e giudica è la stessa che rigenera, vivifica, riconcilia e libera.

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