Benedire il Signore
27 aprile 2018
Un giorno una parola - commento a Salmo 103, 1
Benedici, anima mia, il Signore; e tutto quello ch’è in me, benedica il suo santo nome
Salmo 103, 1
Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che ci ha benedetti di ogni benedizione spirituale nei luoghi celesti in Cristo
Efesini 1, 3
Possiamo immaginare l’antico credente del nostro Salmo all’ingresso nel tempio a Gerusalemme che prima di ogni richiesta presenta a Dio un canto di benedizione. Davanti alla santità di Dio non vi sono parole adatte per lodarlo, ma vi è l’intera persona dell’uomo credente che si affida al proprio Signore con le parole di benedizione.
Noi cristiani dell’occidente non siamo abituati ad elevare a Dio una preghiera di benedizione. Siamo sempre ansiosi per quanto non possediamo e Dio è inteso come Colui che riesce a sopperire alle nostre mancanze. Il nostro rapporto con Dio è fatto di richieste e non vi è spazio per la lode benedicente.
Il messaggio biblico sempre ci esorta a benedire: Alzate le vostre mani verso il santuario e benedite il SIGNORE! (Salmo 134, 2). Cioè ci è dato di poter lodare e pregare il Signore con la parola e con i fatti per compiere continuamente la benedizione quale dono della riconoscenza affinché su tutti possa essere presente la potenza dell’amore di Dio in Cristo.
Benedire il Signore significa «dire bene» di lui, e «dire bene» di lui vuol dire manifestare, con le parole e con la vita, la gratitudine e la lode. Certo, lo sappiamo, nella vita umana c’è anche la sventura e il dolore. Ma, malgrado tutto, ricordiamo la storia di Gesù: Dio benedice, Dio sia benedetto.
Dio è benedizione, e ci benedice affinché anche noi diventiamo, su questa terra, una piccola benedizione per chi ci sta accanto.