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Algeria. Chiuso un asilo nido gestito dalla chiesa cristiana

Secondo quanto riportato da World Watch Monitor, crescono da parte del governo le pressioni sulle chiese cristiane

Negli ultimi mesi le chiese cristiane algerine stanno affrontando crescenti pressioni. Secondo i dati riportati da World Watch Monitor - organizzazione impegnata a raccontare le ingiustizie patite dai cristiani nel mondo a causa della loro fede - dallo scorso novembre ben quattro chiese sono state chiuse (tre ad Orano e una ad Akbou), ed un certo numero di altre chiese, tra cui la Chiesa Protestante del Pieno vangelo (Eppeto), hanno ricevuto notifiche per l’immediata chiusura di luoghi di culto.

L’accusa è di operare senza permesso, nonostante queste chiese siano affiliate alla Chiesa protestante di Algeria (Epa), legalmente riconosciuta e principale organizzazione delle chiese protestanti nel paese.

Nei giorni scorsi le autorità hanno chiuso un asilo nido nella città nord-orientale di Tizi-Ouzou, nella regione della Kabylie.

La Casa della prima infanzia è stata fondata più di 10 anni fa dalla Eppeto, che accoglie 1.200 membri e sovrintende circa 15 altre chiese minori della regione.

Il 17 aprile scorso, il pastore della chiesa è stato convocato alla stazione di polizia centrale, dove gli è stato notificato di sigillare la porta che conduce all’asilo nido, che si trova nei locali della chiesa.

Le autorità hanno accusato il pastore Salah Chalah di gestire «illegalmente» il centro infanzia, che deve rimanere chiuso «fino a quando la situazione non sarà amministrativamente risolta».

Il pastore Chalah ha espresso il suo sgomento per la decisione, dicendo a World Watch Monitor che il centro non aveva scopi commerciali.

«Da quando è stato istituito 14 anni fa, il centro di assistenza non è mai stato minacciato dalle autorità, anche se le strutture della chiesa sono state ispezionate regolarmente dall’agenzia di intelligence», ha affermato. «Il centro esiste solo per insegnare i valori cristiani ai nostri figli nella loro prima infanzia».

Probabilmente è proprio l’impegno nell’educazione dei più piccoli alla fede cristiana ad essere stato bersaglio delle autorità locali.

Non è la prima volta che un centro diurno per bambini cristiani è preso di mira dalle autorità di Tizi-Ouzou. Esattamente un anno fa, nell’aprile 2017, le autorità hanno rifiutato di concedere un permesso per creare una struttura per l’assistenza all’infanzia a una donna cristiana, nonostante il suo curriculum professionale e l’osservanza di tutte le condizioni richieste dalla legge.

La sua domanda è stata rigettata senza spiegazioni. Molti credono che le autorità abbiano respinto l’applicazione su base religiosa. La donna ha intrapreso un’azione legale nel tentativo di annullare la decisione e chiedere un risarcimento per il danno economico. Il caso è ancora in sospeso.

Di Magharebia - 120402 Amazigh film honoured in Kabylie | تكريم الفيلم الأمازيغي في القبايل | Le cinéma amazigh à l'honneur en Kabylie, CC BY 2.0, Collegamento