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Porsi sotto le mani aperte del Cristo

Un giorno una parola – commento a Matteo 19, 13

Ecco i figli sono un dono che viene dal Signore
​ Salmo 127, 3

Gli furono presentati dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse
Matteo 19, 13

 

L’imposizione delle mani è il gesto attraverso il quale lo Spirito Santo agisce intimamente su di noi. Un gesto che copre la testa dei bambini presentati a Gesù, così come la terra era coperta dallo Spirito nel momento della creazione, così come la potenza dell’Altissimo, ha coperto Maria con la sua ombra nel momento del concepimento verginale. Gesto d’amore e di benedizione, gesto di guarigione e di accoglienza: le mani di Gesù adombrano con la forza dello Spirito per dare forza.

Un gesto che Gesù accompagna con la preghiera, non un atto simbolico privo di senso, ma un’invocazione dove il corpo accompagna la parola. Imporre le mani e pregare: per questo i genitori portano i figli da Gesù, perché la Sua preghiera a Dio e il Suo gesto conferiscano sicurezza a quei piccoli che si affacciano alla vita, sicurezza di essere anche loro coperti dall’ombra dello Spirito Santo.

Le mani di Gesù oggi sono le nostre mani. Lui stesso ha detto ai suoi discepoli e dice a noi di continuare ad imporre le mani come azione corporale della nostra preghiera, per ricordarci che l’abbraccio dello Spirito agisce nell’ombra, nel silenzio, nella dolcezza, nell’intimità. Una forza che comunica la benedizione di Dio e che santifica perché Lui è Santo. Una forza che comunica la potenza di Dio e che guarisce perché Lui è il medico. Come scriveva Tertulliano «la carne è adombrata dall’imposizione delle mani perché l’animo sia illuminato dallo Spirito».

Poniamoci anche noi sotto le mani aperte del Cristo, che dalla croce ha rivolte su ognuno ed ognuna di noi soffiando il suo Spirito nell’atto estremo d’amore. Amen!

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