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Vaccini, l'ok degli esperti prostestanti in materia

Un documento della Commissione bioetica delle chiese battiste, metodiste e valdesi

Tratto da chiesavaldese.org

 

La Commissione bioetica delle chiese battiste, metodiste e valdesi in Italia ha prodotto un documento sul tema dei vaccini intitolato “La vaccinazione: una scelta responsabile e di cura”. L’auspicio è quello che le chiese discutano sulla materia confrontandosi con esponenti del mondo della ricerca e della società civile così da arrivare a una posizione chiara sulla questione.

Del documento, agile ma debitamente argomentato, abbiamo parlato con il pastore battista Alessandro Spanu, membro della Commissione.

La materia è politicamente sensibile. Perché la Commissione ha deciso di occuparsene e quali sono i tratti salienti del documento?

La Commissione bioetica ha risposto a una richiesta di chiarimento rivolta da una sorella di chiesa e ha colto l’occasione per esprimersi su una materia dibattuta sia nella società civile sia nelle nostre chiese a seguito dell’aumento del numero delle vaccinazioni obbligatorie.

Il documento, che pure esprime una sua posizione in merito, intende soprattutto invitare le chiese a discutere in modo scientificamente informato. A questo scopo suggerisce alcuni presupposti per una discussione su scienza e fede; presenta una riflessione giuridica sulla materia; elenca i dati epidemiologici europei ed espone le proprie conclusioni che si riassumono in una valutazione positiva dell’obbligatorietà della vaccinazione. Riteniamo infatti che essa sia una prassi scientificamente e socialmente responsabile.

 Il documento offre una bella premessa sul rapporto tra scienza e fede. Esse sono spesso avvertite come due realtà inconciliabili. Che cosa invece le accomuna?

Sia il pensiero scientifico sia il pensiero teologico operano nell’ambito delle certezze relative. L’epistemologia contemporanea ha chiarito che nessuna affermazione scientifica è assoluta. E neppure alcuna affermazione teologica lo è. Infatti il pensiero teologico è pur sempre un discorso che cerca di articolare quella Parola di Dio che comunque lo precede e che mai potrà possedere. Tuttavia se la scienza riconosce di esprimere una verità relativa, ovvero colta in un significato ristretto e circoscritto, la teologia riconosce a quella verità il proprio valore che non sarà assoluto ma neppure insignificante. D’altra parte la teologia ha il compito di esprimere le proprie ragioni con gli stessi modelli che servono per comprendere ed esprimere le altre realtà mondane.

Oggi si pone molto l’accento sul diritto all’autodeterminazione. È possibile farlo coesistere con l’attenzione al prossimo?

Noi riteniamo di sì purché non si ponga l’individuo a fondamento dell’argomentazione. Piuttosto riteniamo che la libera scelta dell’individuo trovi il proprio limite quando intacca o mette in pericolo il diritto di un altro individuo. E, detto positivamente, affermiamo che la decisione di vaccinarsi per proteggere noi stessi e gli altri da danni maggiori, risponda al comandamento dell’amore per il prossimo (Levitico 19, 188; Marco 12, 31).

Prevedendo che ci sarà chi non vorrà attenersi alle disposizioni vigenti in materia di vaccinazione, che cosa possono e dovrebbero fare le chiese per aiutare queste persone a mantenere aperto il dialogo con le istituzioni e le altre famiglie?

Personalmente ritengo che ogni volta che nelle scelte degli individui e delle famiglie intervengano delle motivazioni profonde sia necessario il rispetto ma anche la chiarezza riguardo alla propria posizione, ovvero quella di sottostare al protocollo della vaccinazione obbligatoria.

Ad esempio, è necessario ricordare che l’articolo di Andrew Wakefield che attestava che vi fosse un legame tra le vaccinazioni contro morbillo, parotite, rosolia e gravi disturbi intestinali e addirittura con un comportamento autistico era un falso. Non esiste alcun rapporto causale tra vaccino e autismo.

In una materia delicata come quella dei vaccini, che richiede una responsabilità sociale alta, non è plausibile utilizzare un principio di ragionevole probabilità in seno a un rapporto causale. Il rapporto tra causa ed effetto tra la mancata vaccinazione e i suoi esiti è per molti soggetti addirittura mortale. Per questo riteniamo che la vaccinazione sia una scelta responsabile e di cura.

Il testo del documento si può leggere qui .

 

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