La potenza di Dio
11 aprile 2018
Un giorno una parola – commento a Salmo 89, 8
Chi è potente come te, o Signore? La tua fedeltà si manifesta attorno a te
Salmo 89, 8
Gesù Cristo, il testimone fedele, il primogenito dei morti e il principe dei re della terra
Apocalisse 1, 5
Con le preghiere dei Salmi hanno pregato, ancora pregano e pregheranno generazioni e generazioni di credenti, non tanto per tradizione, quanto perché in esse sono espressi sentimenti e esperienze di fede universali. Tra queste si colloca in primo piano l’esperienza della potenza di Dio, alla quale nessun’altra potenza è pari. Tale esperienza, però, è stata messa gravemente in discussione «dopo Auschwitz», tant’è che la teologia ha preferito rinunciare a sottolineare l’onnipotenza di Dio (v. Hans Jonas).
Così persuasiva è stata l’idea di un Dio debole, da aver creato in molti credenti una sterile rassegnazione: specie di fronte a problemi di grande rilievo, ci si limita a chiedere in preghiera consolazione, ma ci si trattiene dal chiedere al Dio di intervenire «con il suo braccio disteso», per risolverli da par suo. A maggior ragione, se si è vissuta la forte delusione di qualche preghiera di intercessione (apparentemente) non esaudita, da cui turbamento, crisi di fede… e forse anche l’interruzione della preghiera di intercessione stessa.
Lo stesso orante di questo Salmo vive una crisi di fede, in cui è messa in discussione l’alleanza di Dio con Israele e il suo Unto (vv. 39-40), ma non per questo è scossa la sua fiducia nella divina potenza. Anzi, proprio per rafforzare la fede che rischia di incrinarsi, egli esordisce in un inno festoso che unisce la comunità sulla terra (vv. 16-17) al giubilo della corte celeste (vv. 6-7)! Quando ci sembra che Dio sia lontano da noi o che la nostra preghiera non sia ascoltata, prendiamo esempio dal Salmista: aggrappiamoci con fede alla potenza di Dio, celebriamone le sue manifestazioni e ricordiamoci di Gesù Cristo, in cui la potenza di Dio si è dimostrata perfetta nell’operare la sua risurrezione dall’estrema debolezza della morte.