Non avere paura di Dio
05 aprile 2018
Un giorno una parola – commento a I Giovanni 2, 2
Volgetevi a me e siate salvati, voi tutte le estremità della terra! Poiché io sono Dio, e non ce n’è alcun altro.
Isaia 45, 22
Gesù Cristo è il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati, e non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo
I Giovanni 2, 2
Non è facile sviluppare un pensiero comprensibile ai nostri contemporanei, partendo da queste parole. Che senso ha oggi parlare di Messia (Cristo), di peccato, di sacrificio, di propiziazione? Sono concetti desueti, legati a un mondo che ci pare scomparso. Non abbiamo il tempo di approfondire questo ragionamento, ma certamente, per annunciare l’Evangelo nel XXI secolo occorre trovare un linguaggio accessibile a tutti.
Gli antichi ritenevano le divinità invidiose degli uomini e spesso in collera con loro. Era dunque necessario propiziarsele, guadagnarne la benevolenza portando loro dei doni. Se gli dei si adirano e vogliono farmi morire, presenterò loro un altro essere umano, o un animale, lo ucciderò e il suo sangue (segno della vita) placherà l’ira della divinità.
Anche presso gli ebrei si offriva un animale come sacrificio, ma questa sostituzione era vista come un atto di misericordia di Dio.
Il Nuovo Testamento vive ancora di queste categorie e per l’ultima volta ci parla di sacrificio «propiziatorio», di morte sostitutiva. Gesù, il Messia atteso per secoli, nella sua innocenza viene colpito al posto nostro, ucciso. E noi siamo liberati dalla punizione che ci meriteremmo: egli è il mezzo della riconciliazione definitiva con Dio. “Dio era in Cristo nel riconciliare con sé il mondo, non imputando agli uomini le loro colpe” (II Cor. 5, 19). Gesù è divenuto “L’agnello di Dio che toglie il peccato del mondo” (Giov.1, 29).
Credo che il nostro compito oggi, sia tradurre tutto questo in un invito a non avere paura di Dio, a non pensare di poterlo comprare con dei doni, ma ad accogliere con gratitudine e speranza la vita che Egli offre ad ogni creatura. Se è vero che molte esistenze umane si consumano nel dolore, nella miseria, talvolta nella disperazione, Dio ci vuole responsabili verso ogni essere umano (ognuno di noi è guardiano del suo fratello e della sua sorella) e verso il suo creato, che ci ha affidato perché lo lavoriamo e lo custodiamo.