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Saluto romano: a volte si può?

La sentenza della Cassazione pone dei distinguo, ma il fascismo si combatte raccontandolo alle nuove generazioni

«Quando un'associazione, un movimento o comunque un gruppo di persone non inferiore a cinque persegue finalità antidemocratiche proprie del partito fascista, esaltando, minacciando o usando la violenza quale metodo di lotta politica o propugnando la soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione o denigrando la democrazia, le sue istituzioni e i valori della Resistenza, o svolgendo propaganda razzista, ovvero rivolge la sua attività alla esaltazione di esponenti, principi, fatti e metodi propri del predetto partito o compie manifestazioni esteriori di carattere fascista” è prevista la reclusione da 5 a 12 anni e una multa da  2  a 20 milioni di lire ...( legge Scelba n.645, 1952 )

Questa affermazione è molto chiara. Anche molto discussa dai giuristi da quel momento in poi, con varie proposte di modifica. Ma è ancora valida? I dubbi sono legittimi quando accade che addirittura la Cassazione emette una sentenza come quella di pochi giorni fa, che ha assolto due persone, le quali, durante una manifestazione fascista, avevano alzato il braccio destro facendo il saluto romano. La sentenza della  Cassazione ha confermato quella della Corte d'appello di Milano del 21.9.1016, respingendo il ricorso avanzato.

 L'accusa rivolta ai manifestanti era stata: “concorso in manifestazione fascista”. La manifestazione era stata regolarmente autorizzata dalla Questura, ma gli organizzatori erano stati diffidati dall' usare bandiere con simboli come le croci celtiche, che invece hanno sfilato nel corteo.  La Cassazione sostiene che la legge non punisce “tutte le manifestazioni usuali del disciolto partito fascista, ma solo quelle che possono determinare il pericolo di ricostituzione  di organizzazioni fasciste ,  e “gesti idonei a provocare adesioni e consensi”.

Uno dei motivi che potrebbero aver influenzato l'emissione di questa preoccupante sentenza, è il fatto che la manifestazione intendeva commemorare tre militanti morti.

Non c'è bisogno di fare alcun commento, ma queste cose vanno dette, spiegate, discusse, non ignorate, sottovalutate, ritenute vecchie e superate perché, come ha detto qualcuno, fino a quando non c'è un Mussolini o un Hitler è inutile preoccuparsi più di tanto.

 Bisogna anche spiegare ai nostri figli e figlie, ai giovani, che la legge Scelba non vuole impedire la  libertà di opinioni. E a chi fa  paragoni affrettati, bisogna spiegare perché il pugno sinistro alzato dai comunisti non è la stessa cosa del saluto romano dei fascisti, anche se il comunismo è stato, a volte, una  tremenda dittatura,  con tanto di  campi di  concentramento. Neanche bisogna dare motivi e occasioni per  questi militanti fascisti, per sentirsi dei martiri. Piuttosto spiegare che la  legge Scelba è  stata approvata nel 1952  perché era  necessaria. Lo è ancora?  Dopo lo scioglimento del Partito nazionale fascista,  vi è stato il Movimento sociale italiano (Msi) e poi l'attuale  Alleanza nazionale (An) e altro di più pericoloso....Ma il fascismo è finito? Nei miei anni  di università, le contrapposizioni erano chiare, nette, fra chi stava da una parte e chi dall’altra. «Io non sono razzista» oggi lo dicono tutti. Non si direbbe, a giudicare da quanti italiani sono favorevoli  ai “respingimenti” di chi arriva sulle nostre coste sui barconi.

A  mio avviso è piuttosto singolare che ci si metta a discettare sul saluto fascista ,ammesso quando è semplicemente nostalgico, condannato se propagandistico… bisognerebbe piuttosto riflettere  sul perché oggi appaiano, nell'occidente delle libertà e dei diritti, tante organizzazioni neofasciste. E   dire con più forza che è fascismo non solo quello di Mussolini, ma anche quello che condanna all'ergastolo i giornalisti solo perché  critici  sul regime, quello che si esercita nella violenza sulle donne…

E'  possibile che a scuola, in famiglia, si trovi lo spazio non solo per i social ma per affrontare questi  interrogativi, che ciascuno abbia lo spazio per dire ciò che pensa, si abitui anche  ad ascoltare l'altro…?

All'art. 19 della Costituzione si afferma che «ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e  di espressione compreso il diritto di non essere molestato per le  proprie opinioni e quello di cercare, ricevere e diffondere, senza riguardo a frontiere, informazioni e idee attraverso ogni mezzo di espressione»

E' un grande libertà, concessa da una Costituzione antifascista. Sicuramente, se la Resistenza fosse stata sconfitta, i fascisti della  Repubblica di Salò non avrebbero garantito ai loro nemici questa libertà.

Il  saluto romano è un aspetto assai modesto del conflitto tra liberà e dittatura. Non serve demonizzarlo, ma neanche va minimizzato. Lo si combatte  creando una cultura vigile, coltivando la memoria, opponendosi al qualunquismo, al  tanto solo tutti uguali”, all'opportunismo o  all'indifferenza. Dando vita a partiti che abbiano una visione di società fondata sulla Costituzione e differenziati  non sui suoi principi, ma solo sui modi e le forme per costruirla, nella dialettica tra partiti, non nel litigio fra “sette politiche”. E partecipando alle elezioni, come dovere civico  da  esercitare affinché la sovranità appartenga al popolo.

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