La preghiera rivolta a Dio
05 gennaio 2018
Un giorno una parola – commento a Salmo 138, 3
Nel giorno che ho gridato a te, tu mi hai risposto, mi hai accresciuto la forza nell’anima mia
Salmo 138, 3
Or il Dio di ogni grazia, che vi ha chiamati alla sua gloria eterna in Cristo, dopo che avrete sofferto per breve tempo, vi perfezionerà egli stesso, vi renderà fermi, vi fortificherà stabilmente
I Pietro 5, 10
La preghiera è un’esperienza religiosa universale nelle forme più diverse. È parte costitutiva anche della vicenda cristiana. Va subito precisato che la preghiera non funziona come il flipper di una volta, né come un bancomat odierno: si schiaccia un bottone e si ottiene quanto si è richiesto. Comprendere correttamente la preghiera nei suoi termini biblici e teologici è una necessità della fede, così da evitare illusioni, aspettative ed esperienze disorientanti. Con due brevi parole il nostro salmista ci presenta una impostazione biblicamente qualificante.
La prima: la preghiera va rivolta esclusivamente a Dio stesso, a nessun altro! Nelle svariate difficoltà della vita che il credente si trova a vivere, si cerca aiuto e soccorso nella preghiera a Dio. Il credente «grida» a Dio, e subito dopo confessa: «tu mi hai risposto». La risposta non viene in un momento successivo al termine della preghiera, ma è parte integrante di essa: sta ancora pregando e afferma di aver già ottenuto la risposta. Incredibile! Gesù confermerà che la preghiera va indirizzata sempre a Dio, e precisa che verrà rivolta esclusivamente nel suo nome, senza altri intercessori.
Poi il salmista precisa che la preghiera rivolta a Dio «ha accresciuto la forza nell’anima mia». Chi prega è certo della risposta di Dio, che Dio ascolta le sue parole, che Dio è vicino a coloro che si trovano in situazioni difficili. Questa certezza della fedeltà di Dio gli rafforza l’animo, gli dà nuova energia. Il testo non contiene alcun accenno alla fine della sofferenza e del tormento che l’angustiano, e per i quali sta pregando, ma si basa esplicitamente sulla consapevolezza che la fedeltà di Dio lo sosterrà. Questa non è soltanto una consolazione spiritualistica, ma il rafforzamento generale che lo aiuta a superare tormenti e sofferenza della vita.