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Entro la fine di questo mese sarà operativo un nuovo sito web, Cecilia’s List, che promuoverà musica sacra composta da donne.

L’ideatrice del progetto è Kathryn Rose, una studentessa che sta svolgendo il dottorato di ricerca in composizione presso l’Università di Aberdeen ed è stata organista presso la chiesa anglicana di St. Andrew-Leytonstone, a est di Londra. Il sito – che prende il nome dalla protettrice della musica, di strumentisti e cantanti - sarà lanciato ufficialmente il 22 novembre prossimo in occasione della festa di Santa Cecilia con la presentazione di un catalogo di opere di compositrici, organizzate in diverse sezioni (Avvento, Natale, Quaresima, Pasqua, Eucarestia, canzoni per tutte le occasioni).

Con il tempo il sito si amplierà: sono previste una sezione dedicata alle proposte musicali corrispondenti alle letture settimanali del lezionario, ed una che accoglierà interviste a compositrici e a musiciste di chiesa.

Kathryn Rose ha dichiarato: «La musica composta dalle donne è spesso messa da parte dalla tradizione corale sacra inglese. Capita di andare in chiesa ogni settimana e non ascoltare per mesi alcun lavoro scritto da donne. Dal 22 novembre grazie alla Cecilia’s List le persone che vogliono includere nei culti musiche scritte da compositrici saranno più facilitate in questo compito».

«Sono un musicista – ha detto ancora Rose a Christian Today – e ho sempre amato cantare musica sacra. Mi sono ritrovata ad essere organista nel 2010 [fino al 2016] perché il precedente musicista della chiesa di St. Andrew-Leytonstone si stava trasferendo, ed era una occasione da non per perdere.

Una delle cose che ho notato mentre lavoravo presso la mia parrocchia è che nel repertorio corale tradizionale non c’era molta musica composta da donne, in particolare non vi erano inni e pezzi adatti a cori parrocchiali più piccoli. Esistevano certamente alcuni inni con parole scritte da donne, ma quasi nessuna melodia era stata composta da donne. Ho cercato di riequilibrare un po’ questa situazione scrivendone alcune io stessa, perché era più facile che andare a cercare un repertorio».

Secondo la giovane compositrice la predominanza di lavori scritti da uomini nel repertorio non sarebbe dettata dalla volontà di non essere inclusivi, ma sarebbe legata ad altri fattori: le letture bibliche proposte dal lezionario, l’approccio del predicatore ai testi delle Scritture, il tipo di culto, la strumentazione musicale e le vocalità disponibili, la possibilità di poter utilizzare durante le liturgie fotocopie aggiuntive oltre all’innario, il costo di nuovi spartiti. Spesso, dice Rose, le chiese hanno risorse limitate, e cercare qualcosa di diverso appare un lusso.

«Dal momento che conosco un po’ di donne che compongono musica – ha concluso Rose – e conosco anche un certo numero di pastori, organisti e altre persone coinvolti nella scelta della musica nelle chiese, mi è sembrata una buona idea creare un sito dove le compositrici possono offrire la propria musica alle persone che vogliono usarla, e dove coloro che scelgono la musica possono più semplice trovare ciò di cui hanno bisogno».

Di http://wellcomeimages.org/indexplus/obf_images/dc/25/4b9e3450cdabc7f743026ad7dd8d.jpg Gallery: http://wellcomeimages.org/indexplus/image/V0031853.html, CC BY 4.0, Collegamento

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