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Dopo gli scontri violenti avvenuti a metà agosto a Charlottesville, in Virginia, tra il corteo degli attivisti antirazzisti e i gruppi nazionalisti, suprematisti bianchi e della destra identitaria che protestavano contro la rimozione di una statua del generale sudista Robert E. Lee (), si è riacceso il dibattito relativo alla rimozione dei simboli secessionisti.

In diverse città degli Stati sono stati rimossi monumenti, statue, bandiere confederate. Secondo il Southern Poverty Kaw Center, Splc, gruppo di difesa dei diritti civili, ci sono oltre 1500 simboli confederati sul suolo pubblico americano, soprattutto nel Sud degli Stati Uniti.

Nel mirino questa volta sono finite le vetrate colorate che onorano i generali confederati Robert Lee e Thomas «Stonewall» Jackson, presenti nella Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo di Washington, nota anche come Washington National Cathedral.

Dopo approfondita discussione, la leadership della storica chiesa episcopale sita nella capitale federale della nazione ha annunciato la decisione di rimuovere le vetrate.

In realtà la comunità aveva cominciato la sua riflessione sull’opportunità di rimuovere quei simboli secessionisti tempo addietro, precisamente dopo la sparatoria avvenuta il 17 giugno 2015 nella Emanuel African Methodist Episcopal Church a Charleston, Carolina del Sud.

Nella dichiarazione rilasciata ieri si comunica che, dopo ampio tempo dedicato alla preghiera e alla discussione, il Consiglio della cattedrale ha votato «di rimuovere immediatamente le finestre».

«Il Consiglio ritiene che queste finestre non solo siano incompatibili con la nostra attuale missione di servire come casa di preghiera per tutte le persone, ma siano anche un ostacolo al nostro importante lavoro sulla giustizia razziale e sulla riconciliazione razziale».

Nell’agosto del 2016, la cattedrale aveva rimosso i pannelli raffiguranti la bandiera confederata e li aveva sostituiti con dei vetri rossi e blu, lasciando invece le vetrate che onorano i generali, Robert Lee e Thomas “Stonewall” Jackson.

«Queste finestre saranno rimosse e conservate fino a quando non decideremo una destinazione più appropriata», hanno scritto i leader della Cattedrale, firmatari della dichiarazione. «Le finestre e le scritte in pietra dedicate a Lee-Jackson saranno coperte fino a quando non decideremo che cosa andrà al loro posto».

Le finestre furono aggiunte nel 1953 con il sostegno delle Figlie Unite della Confederazione, un gruppo che cercava di onorare la memoria dei veterani che avevano combattuto per il Sud. Sotto la vetrata di Robert E. Lee c’è incisa in pietra la scritta che lo definisce «un soldato cristiano senza paura e senza disonore». Mentre sotto quella di Jackson, si legge che «camminò umilmente davanti al suo Creatore la cui parola era la sua guida».

Il decano della cattedrale ha specificato che la decisione della rimozione delle finestre era programmata per il prossimo anno, ma che le violenze avvenute a Charlottesville hanno accelerato il processo decisionale. «Riconosciamo che ci sono persone di buona volontà che non sono d’accordo con la nostra decisione e altri che sono stati feriti o confusi dalla quantità di tempo che abbiamo impiegato per raggiungerla. Noi crediamo, tuttavia, che ciò che ci unisce in Cristo è più grande delle nostre differenze».

I leader della cattedrale, riconoscendo che la rimozione delle finestre non è sufficiente ad affrontare l’ingiustizia razziale, hanno specificato di voler «essere chiari che non stiamo cercando di rimuovere la storia, ma stiamo eliminando due finestre dalla Cattedrale che non riflettono i nostri valori».

Photo courtesy of Washington National Cathedral

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