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Come già segnalato da Riforma online il 24 luglio scorso, il 16 settembre a Parigi, nella Chiesa protestante unita di Pentemont-Luxembourg, in occasione della «Giornata nazionale Chiesa verde», la Conferenza episcopale francese, la Federazione protestante di Francia, l’Assemblea dei vescovi ortodossi di Francia e il Consiglio delle Chiese cristiane di Francia – con il sostegno del Ccfd/Terre solidaire (Comitato cattolico contro la fame e per lo sviluppo) e della Caritas francese e di Ceras (ricerca e azioni sociali) –, nel decennale dalla terza Assemblea ecumenica europea (Sibiu 2007) lanciano l’etichetta «Chiesa verde», uno strumento nazionale destinato alle parrocchie locali e alle varie chiese per favorire la «riconversione ecologica». L’iniziativa è realizzata dalla sezione francese di «A Rocha» e Avec (Accompagnamento verso una eco-responsabilità cristiana).

Lo scopo è aiutare le comunità a iniziare, approfondire e rafforzare la conversione ecologica a tutti i livelli offrendo strumenti non costrittivi che accompagnino azioni possibilmente regolari ma non scadenzate da enti di certificazione.

Verrà disposto un audit, una valutazione ecologica che copre cinque aree di vita della comunità. A seconda del risultato dell’audit e dell’impegno della singola comunità a essa verrà riconosciuto il livello del posizionamento (non ne conosciamo il numero ma sappiamo che i diplomi saranno identificati da riferimenti biblici, dal seme di senape al cedro del Libano).

Nel corso della giornata sono previsti anche un laboratorio alla scoperta delle pratiche concrete avviate dalle chiese che hanno intrapreso il processo (orto solidale, energie rinnovabili, compostaggio, apicoltura…), testimonianze dai delegati diocesani all’ecologia integrale e l’incontro con esempi di chiese europee da lungo tempo impegnate in questo processo in Svizzera, Austria e Regno Unito.

La Commissione Globalizzazione e ambiente (Glam) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei) si rallegra per questa iniziativa che indirettamente può essere considerata un frutto dell’impegno delle Chiese francesi nel 2015 in occasione della «Cop21» a Parigi e della collaborazione con il Consiglio ecumenico delle chiese e con l’Ecen (la Rete cristiana europea per l’ambiente), di cui anche la Glam fa parte, che nel 2018 celebra i suoi 20 anni.

Ricordiamo, infatti, che la Giornata del creato è stata votata a Sibiu ma la sua indicazione era presente già all’Assemblea di Graz nel 1997 (5.1):

«Raccomandiamo alle chiese di considerare e promuovere la salvaguardia del creato quale parte integrante della vita della chiesa a tutti i suoi livelli. Ciò potrebbe essere fatto anche attraverso una giornata comune del creato come quella che viene celebrata dal Patriarcato ecumenico.

Motivazione: Stante il significato della problematica ecologica per il futuro dell’umanità è molto importante che le chiese risveglino e rafforzino la coscienza che l’impegno per la salvaguardia del creato non rappresenta un qualsivoglia campo di azione accanto a molti altri, ma deve costituire una dimensione essenziale della vita della chiesa».

A una modalità di azione che sembra simile a quella adottata dalla Glam, che a sua volta l’ha mutuata dagli esempi inglese e scozzese, il progetto francese unisce un’adesione ecumenica ufficiale che in Italia si è avuta per qualche anno per la celebrazione della Giornata del creato mentre non c’è una dichiarazione di intenti condivisa rispetto alla conversione ecologica delle Chiese con riferimento alla teologia, alla spiritualità e alla pratica.

Ci saranno sicuramente occasioni di collaborazione e di scambio.

Immagine: via Pixabay

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