Avere i soldi e non poterli spendere: questo è il paradosso per molti comuni piemontesi, che si trovano ad avere nelle casse un “tesoretto” più o meno cospicuo per effetto dell’avanzo di amministrazione, ma che non lo possono utilizzare a causa della norma europea relativa al vincolo di bilancio. Così, a un calcolo approssimativo, risultano più o meno 500 i milioni di euro bloccati per i comuni piemontesi che non possono usufruire di queste risorse a meno di trovare entrate equivalenti. A lanciare l’allarme, nei giorni scorsi, era stato il presidente dell’Ance, l’associazione costruttori edili, Giuseppe Provvisiero, che aveva posto l’accento sugli investimenti in opere pubbliche che rischiano di saltare proprio a causa dei vincoli burocratici. Inutile dire che lo sblocco di queste risorse avrebbe quindi un impatto significativo anche sul sofferente settore edilizio.
Il vicepresidente dell’Uncem, Marco Bussone, ha ben presente il problema e sta portando avanti la causa in concerto con gli enti locali piemontesi a tutti i livelli, nel tentativo di esercitare una pressione politica sul governo nazionale, al cui tavolo si decidono i destini degli enti locali «Questa situazione – ha spiegato – mette in sofferenza i comuni che necessitano di investimenti ma non possono spendere i soldi che hanno in cassa per questioni di burocrazia amministrativa. Tutto ciò soffoca i comuni e ne impedisce la crescita sotto diversi punti di vista». Un paradosso che necessita di un’azione politica coesa e determinata. «Il nostro obiettivo è che il governo italiano, nel Patto di Stabilità 2018, d’intesa con l’Unione Europea, approvi l’alleggerimento dei vincoli del pareggio di bilancio: in questo modo si potrebbero sbloccare questi risparmi e permettere alle amministrazioni gli investimenti necessari. Un’idea potrebbe essere quella di vincolare questi fondi proprio agli investimenti, non permettendo quindi di utilizzarli per la spesa corrente, che peraltro non è il nostro obiettivo».
Bussone garantisce che il lavoro politico non è in impasse e che è in corso un dialogo politico per cercare una soluzione a quello che rappresenta un problema vitale per i comuni «Con il governo attuale stiamo cercando di trovare una risposta: siamo in costante dialogo con il viceministro dell’economia Morando che incontreremo proprio nel fine settimana». Il vicepresidente Uncem guarda a quella sul vincolo di pareggio come la prima tappa di un lungo dialogo con il governo che possa ridisegnare l’assetto delle autonomie locali. «Con questa partita – ha dichiarato – si apre una stagione che noi riteniamo importante nel rivedere in toto l’assetto degli enti locali. Impedire ai comuni di investire sul territorio non è degno di un paese moderno, il governo deve tornare a riflettere sul tema delle autonomie locali».
Nel frattempo l’obiettivo è quello di coinvolgere il maggior numero possibile di amministratori locali che, attraverso atti politici, smuovano l’attenzione della politica nazionale. Sono molti i comuni che si stanno unendo in questa causa, anche se, ai livelli più alti, Bussone lamenta una certa freddezza al riguardo. «C’è un’attenzione un po’ troppo tiepida su questo argomento da parte sia della Regione che soprattutto dei rappresentanti piemontesi in parlamento: il problema è di primaria importanza: bisogna fare di più».